Rassegna Stampa
Corriere della sera 24-03-2001
Il tempo - Sabato 24 Marzo 2001 di MARCO PASQUA
TRA i cortei che, questa settimana, ... di MARCO PASQUA
TRA i cortei che, questa settimana, hanno sconvolto il centro storico, quello di
ieri mattina, organizzato dai vigili del fuoco doveva essere il più tranquillo
dal punto di vista dell'ordine pubblico. E, invece, la loro manifestazione è
finita nel peggiore dei modi, con uno scontro fisico che li ha visti
contrapposti ai loro colleghi poliziotti e carabinieri. Per fortuna, solo nove
agenti sono rimasti lievemente feriti, anche se i disagi al traffico del centro
non sono mancati. In tutto erano cinquecento i pompieri aderenti alle
rappresentanze sindacali di base arrivati da tutta Italia per protestare contro
le condizioni di lavoro e gli stipendi troppo bassi. Armati di campanacci,
fumogeni e striscioni, si sono dati appuntamento a piazza della Repubblica, da
dove avrebbero dovuto raggiungere piazza Santi Apostoli. Una manifestazione che,
almeno sulla carta, non avrebbe dovuto dare gli stessi problemi di quella
organizzata, giovedì scorso, dagli universitari, che hanno bloccato a più
riprese via del Corso. Intorno alle 11 il corteo dei pompieri è partito con
delle intenzioni che non lasciavano ben sperare: i manifestanti, infatti,
volevano raggiungere a tutti i costi il Viminale. Una volta arrivati in via
Cavour, all'altezza di via Agostino de Pretis, i pompieri si sono trovati di
fronte al cordone delle forze dell'ordine. Ma neanche l'ingente spiegamento di
uomini in tenuta anti-sommossa li ha convinti a tornare sui loro passi e a
rispettare gli accordi presi con la Questura. Alle 12.30, infatti, al grido di
«Viminale, Viminale», i pompieri hanno oltrepassato con la forza il cordone
degli agenti arrivando fino a metà di via Agostino de Pretis, dove a bloccare
la strada c'erano dei blindati di polizia e carabinieri. A quel punto, ci sono
stati dei momenti di tensione, perché i manifestanti, sempre più decisi a
voler raggiungere il palazzo del ministro dell’Interno, del quale hanno
chiesto le dimissioni, hanno cercato di oltrepassare anche le camionette. Non ci
sono state cariche e la Questura, come riferito dall'ufficio di gabinetto, si è
limitata a contenere i vigili del fuoco. «Volevamo consegnare un elmetto gallet
in dotazione ai francesi al ministro per fargli vedere che in tutti i paesi
d'Europa sono più attrezzati di noi», ha detto Lucio Molinari, delle
Rappresentanze di base. Dopo questo scontro, i vigili del fuoco hanno ripreso il
cammino verso via Cavour, dove, intorno alle 13.40 sono stati raggiunti dal
senatore Antonio di Pietro. Poco dopo, i vigili hanno sciolto il corteo. I
sindacati hanno duramente attaccato per l'atteggiamento «tutt'altro che
democratico», il ministro Bianco, parlando di un comportamento «ignobile».
Non ci sono stati problemi, invece, per l'altra manifestazione, quella dei
lavoratori dei servizi, dell'industria e del settore privato. Il corteo, al
quale hanno partecipato circa 150 persone è partito dal ministero
dell'Industria, in via Molise e si è concluso di fronte al Ministero del
Lavoro.
Il Messaggero Cronaca di Roma Sabato 24 Marzo 2001
TRE MANIFESTAZIONI, UN VENERDI’ NEROdi LUCA BRUGNARA
e FRANCESCO DEMOFONTI
La settimana dei cortei ha fatto registrare ieri un altro capitolo, con ben
tre manifestazioni. Tensione al corteo dei vigili del fuoco, ma chi temeva una
paralisi delle strade adiacenti la stazione Termini ha tirato un sospiro di
sollievo. Il corteo dei vigili del fuoco, partito da piazza della Repubblica
alle 10,30, ha attraversato via Cavour per poi arrivare in piazza
dell’Esquilino. Qui i circa trecento manifestanti sono stati bloccati dalle
Forze dell’ordine che li attendevano in via Urbana e via Agostino Depretis.
Momenti di tensione quando i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone
della polizia per raggiungere il Viminale. Gli agenti sono saliti sulle
camionette per bloccarli e la situazione è tornata alla normalità.
Anche la manifestazione dei dipendenti del settore privato non ha creato
particolari disagi agli automobilisti. Un centinaio di lavoratori dei servizi e
dell’industria hanno sfilato per via Molise, via Bissolati, via XX Settembre,
prima di arrivare davanti al Ministero del Lavoro in via Flavia.
Se nel corso della manifestazione la circolazione è stata deviata in via
Antonio Salandra, già alle 13 la viabilità è ripresa regolarmente.
Maggiori problemi per il traffico in serata, per la manifestazione in sostegno
della delibera anti-bivacco del Commissario straordinario. Per circa un’ora,
via Cavour e tutte le strade intorno piazza Vittorio sono rimaste paralizzate
dal corteo di oltre cento persone partito da via Principe Eugenio. Da lì, i
manifestanti hanno sfilato verso piazza Vittorio, passando per via Principe
Amedeo e via Carlo Alberto, strade chiuse alle auto durante il loro passaggio.
Alla confusione di ogni sera si è aggiunto il concerto dei clacson degli
automobilisti meno pazienti. «E’ assurdo – si lamenta Paola Quadrini,
studentessa – organizzare una manifestazione a quest’ora, quando la gente
rientra a casa. Sono bloccata qui in via Cavour da venti minuti».
Liberazione 24/03/2001
Due manifestazioni
ieri a Roma, indette dalla RdB contro le privatizzazioni e per salari europei
Bianco “manganella” pure i
vigili del fuoco
E’ finita con tafferugli
tra polizia e vigili del fuoco la manifestazione di ieri a Roma indetta dalle
“RdB protezione civile” contro i provvedimenti di riforma del governo.
Provvedimenti, afferma il sindacato di base, che non solo lasciano la categoria
priva di strumenti moderni e adeguati per assicurare il servizio ordinario di
soccorso e di protezione civile a favore della popolazione, ma che hanno pure
trasformato i pompieri in “manovali” al seguito della polizia per eseguire
lavori “sporchi” come sfratti, sgomberi ecc. «E noi queste porcherie -
afferma Enrico La Pietra, del Coordinamento nazionale RdB - non le vogliamo fare».
Il problema è sorto con il passaggio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
da sempre asse portante della sezione protezione civile del ministero
dell’Interno, alle dipendenze della difesa civile. Responsabile di questa
scelta è il ministro Enzo Bianco, che ha imposto la riforma per decreto, senza
passaggi in Parlamento. Per dimostrare a Bianco tutta la loro
“riconoscenza”, i circa mille pompieri scesi in piazza ieri avrebbero voluto
arrivare in corteo fino al Viminale per recapitare un “regalino” che
simboleggiasse lo scarso interesse del governo verso la categoria: un elmetto
“Gallett”, in dotazione ai vigili del fuoco francesi. Leggero, resistente,
moderno, «garantisce molta più protezione di quelli che abbiamo in dotazione
da 50 anni», spiega La Pietra. Ma evidentemente anche l’ironia, come accade
per la satira in Tv, non viene vista di buon occhio da chi è impegnato in un
dura campagna elettorale. E così il pacifico tentativo dei rappresentanti RdB
di ottenere dal questore il permesso per arrivare sotto il ministero ha ricevuto
come cortese risposta i calci e i manganelli della polizia, che all’altezza di
Piazza Esquilino ha sbarrato la strada ai manifestanti allontanandoli con la
forza. «Un comportamento ignobile, che non ha giustificazione se non quella di
dimostrare una smisurata arroganza», il duro commento della RdB. Restano
comunque tutte in piedi le ragioni della protesta, organizzata per rendere noti
anche altri problemi di cui soffre la categoria. Come i «miserrimi incrementi
contrattuali» inferiori, sottolinea la RdB, al tasso d’inflazione
programmato. «Le carriere - dice La Pietra - sono di fatto bloccate, chi entra
oggi si ritrova per diversi anni con una busta baga inferiore ai due milioni al
mese, salvo appunto gli aumenti contrattuali. Non ci sono più garanzie di
progressione economica». Una categoria, quella dei pompieri, che fa un mestiere
ritenuto comunemente difficile e pericoloso, e che però non è stato ancora
inserito tra le attività «particolarmente usuranti». A rendere ancora più
stressante questo lavoro si aggiungono le carenze di organico. «Attualmente
siamo in 25mila, con i discontinui (quelli assunti per brevi periodi ndr)
arriviamo a una media di 30mila - spiega La Pietra -. Secondo i parametri
europei dovremmo invece essere il doppio». E la voce dei discontinui è stata
una di quelle che ha gridato più forte ieri: si tratta di 25mile persone, tra
cui molte donne, che rivendicano l’assunzione in ruolo dopo anni e anni di
lavoro precario accumulato con periodi di 20 giorni di servizio alla volta. Roberto
Farneti