Scarica il testo del decreto del presidente della repubblica sui Volontari DPR 362 2-11-2000

Qui c'è una comunicazione dell'Amministrazione ( a firma del sottosegretario Schietroma) sui volontari e le loro sedi

Se cerchi delle risposte a domande fatte alla RdB su questo tema clicca qui

Data: venerdì 6 aprile 2001 Oggetto: Volontariato
Cara RdB, la invito ha pubblicare questa nota dal titolo "Tra business e volontariato: radiografia del no profit" tratto dal documento IL FEDERALISMO DEI NUOVI BOIARDI di Cararo, ricercatore socio-economico di CESTES-PROTEO. Si tratta di un aspetto abbastanza inquietante su chi si nasconde dietro l'associazionismo del volontariato e che gli stessi volontari, quelli con la V maiuscola, farebbero bene a conoscere nei particolari. Saluti da Sergio detto Giacca da Firenze: (Fonte sole 24 ore del 25.9.2000) Associazioni 15.000 - Cooperative 5.000 - Fondazioni 2.000 - Fondazioni bancarie 88 - Fatturato aggregato del no profit 3.000 miliardi - Totale lavoratori occupati 690.000 - Lavoratori remunerati 100.000 - Fatturato terzo settore % sul PIL 2,7% - Volontari 5,5 MILIONI. Dunque, tra consiglieri di amministrazioni delle cooperative, delle fondazioni e delle associazioni, si è sviluppato un piccolo esercito di 40.000 managers della buona fede, alcuni di nome, altri di fatto. E' un esercito destinato a crescere - stando a tutte le proiezioni - ma anche a ridurre a infima minoranza coloro che danno al no profit una dimensione fortemente etica. La trasformazione di questi amministratori del terzo settore in veri e propri gestori di quote crescenti di ricchezza sociale sta nei fatti. Da un lato il dogma della sussidiarietà affiderà sempre più a costoro la gestione dei servizi sociali "esternalizzati" dalle amministrazioni locali, dall'altro - essendo un settore in sviluppo recettivo di quote crescenti di finanziamenti pubblici e privati in linea con il modello americano - sul terzo settore si stanno attrezzando i panzer delle fondazioni bancarie e delle fondazioni private (che spesso veicolano e riciclano soldi in funzione di trattamenti fiscali più favorevoli). La Fondazione Cariplo (la Cassa di risparmio delle Province Lombarde), con un patrimonio di 14.000 miliardi è già oggi è all'ottavo posto nel mondo tra le società operanti nel no profit dopo sei società americane ed una inglese (precede addirittura fondazioni storiche come la Rockfeller e la Kellog). I corsari delle fondazioni bancarie e private, lamentano l'eccessiva dipendenza delle società del non profit dal settore pubblico e invocano mano libera e stretta connessione al mondo delle imprese "profit" vere e proprie. Il deus ex machina del terzo settore in Italia, Stefano Zamagni, cattolico "prodiano" e docente all'Università di Bologna, afferma testualmente che si sta delineando una "via italiana al non profit" adeguato al contesto del nostro paese "dominato dalla presenza delle piccole e medie imprese. Non è affatto casuale" aggiunge Zamagni "che in Italia si registri una stretta correlazione tra PMI e iniziative non profit". Tra l'invasività delle fondazioni e il "dominio" delle piccole e medie imprese, il problema del terzo settore sarà sempre più quello di rendere conto sempre più ai "donatori" e sempre meno agli utenti. E' il meccanismo micidiale che ha snaturato e cooptato ad esempio la stragrande maggioranza delle ONG attive nella cooperazione internazionale (oggi in Italia ne esistono ben 130 riconosciute dalla Farnesina) fino a renderle in buona parte strumento della politica di smobilitazione nelle aree di conflitto sociale dei paesi in via di sviluppo o strumento di aperta collaborazione con la politica di "ingerenza umanitaria" delle maggiori potenze e dei rispettivi Stati Maggiori o servizi segreti ( vedi l'Operazione "ARCOBALENO" in Kossovo o il ruolo delle statunitensi "CARE" e "IRC" nell'enclave Kurda in Iraq). Su questo uno studioso rigoroso e autorevole come James Petras ha scritto osservazioni che andrebbero pubblicizzate e discusse seriamente, vedi le ambiguità del ruolo delle ONG in America latina in "Resumen Latinoamericano" dell'aprile 1999. Tradotto e pubblicato in Italia da Contropiano, giugno 1999. La sussidiarietà si rivela così un espediente strettamente connesso al modello liberista e dunque al Profit State. Questa logica è stata imposta dall'alto con il processo di unificazione economica e politica europea ed ha trovato un corrispondente diretto nella richiesta di federalismo degli enti locali. In questo, la devolution di Formigoni o il documento "Il federalismo preso sul serio" dell'assessore regionale emiliano Mariucci (DS), sono perfettamente compatibili fra loro. Spero che sia stato recepito quanto si nasconde dietro l'associazionismo e il volontariato oggi. Quanti interessi vi gravitano attorno e sulle spalle anche di chi agisce in buona fede e non comprende il pericolo di TUTTO QUESTO MAGNA MAGNA di questi NUOVI BOIARDI.


Torino lì 9 Marzo 2001

IL VERO VOLTO DELLA U.I.L.

 

BUGIE …..…FALSITA’ ……. INGANNI…… E IPOCRISIA!

Con il comunicato allegato, vi dimostriamo senza il benchè minimo dubbio, che bugie, falsità, inganno e ipocrisia sono il condimento del minestrone politico-sindacale in cui la UIL ha messo a cuocere l’impegno, la fiducia e la buona fede e le adesioni dei colleghi, che hanno ritenuto in Piemonte e non solo, di fare una battaglia contro il regolamento per i volontari. Giudicate voi !!!!!!!

Come potete leggere nel comunicato, la UIL invita i componenti iscritti e non iscritti dei Distaccamenti Volontari della provincia di Milano ad un incontro con il segretario nazionale UIL, con il responsabile nazionale UIL, con il coordinatore provinciale UIL dei Vigili Volontari di Milano e vari altri responsabili della UIL Lombarda.

Documento a firma UIL Coordinamento Provinciale Vigili del Fuoco Volontari Milano il coordinatore A.Castoldi, avete bisogno d’altre cose per capire chi sono costoro e cosa fanno in realtà???

E’ chiaro lavorano per i volontari !! O avete ancora dei dubbi??

 

E’ evidente la menzogna della UIL "sulla guerra ai volontari", della UIL che "chiude i distaccamenti volontari a Torino e in Piemonte".

Colleghi di fronte ad un fatto come questo dovremmo usare parole diffamanti ed usare il turpiloquio per esprimere il voltastomaco che ci assale, ma riteniamo che il fatto vi faccia meditare e capire come siete stati traditi e raggirati.

 

Comprendiamo coloro che hanno riposto fiducia in personaggi, che approfittando della vostra buona fede si sono creati posti di comodo, che usufruiscono di permessi sindacali, che usano il più sfrenato clientelismo, che si nascondono dietro l’adesione dei colleghi per interessi personali.

In un vecchio comunicato sulla vicenda della RIA li avevamo definiti Bugiardi Infami e Sciacalli, avevamo così torto??????

Cari colleghi non andiamo oltre, ma siamo sicuri della vostra buona fede e del fatto che rendiate inoffensivi questi ipocriti e bugiardi mistificatori, che a capo di pseudo manifestazioni di protesta vi hanno palesemente presi per il c____o!

Rispondete alle loro falsità e prese in giro con l’unica arma che li rende innocui,

la disdetta sindacale, la meritano davvero.

RdB Regionale Piemonte

 

 


REGOLAMENTO PER VOLONTARI,
UN BEL REGALO PER IL 2001

 

Lavoratori, ecco servito il tradizionale regalo delle feste, un nuovo regolamento per la componente volontaria del Corpo Nazionale, un regalo di fine anno degno delle migliori tradizioni sindacali CGIL-CISL-UIL, che dopo otto anni di consultazioni hanno partorito con il Ministro Bianco un delizioso pensierino, che produrrà una situazione disastrosa per ora solo nel Nord Italia, e con il tempo e l’apertura delle nuove sedi volontarie previste dal piano di potenziamento, anche nel Centro e Sud Italia.

La RdB guarda combinazione, non è mai stata convocata a riunioni che riguardassero il regolamento dei volontari, anzi quando abbiamo chiesto cosa erano queste riunioni nessuno ci ha mai risposto, un segno che forse potevamo rovinare i festeggiamenti della concertazione.

Quanto accaduto dimostra come sempre che per alcuni sindacati è molto opportuno, ai Comandi dire cose, e poi a Roma fare esattamente l’opposto, tanto i colleghi in periferia sono" stupidi" e si possono prendere comodamente in giro.

Perciò in alcuni comandi del Nord Italia le strutture CGIL-CISL-UIL, ora si sbracciano, gridano, minacciano scioperi che non cambieranno nulla, serviranno solo a far credere al personale che esiste un’opposizione al DPR 362, in realtà tutto è stato concordato e già si parla di "circolari di addolcimento" per rendere il regalo più gradito.

Addirittura abbiamo letto i comunicati, delle segreterie nazionali confederali, chiedono incontri al ministro a al sottosegretario per chiarire un regolamento che hanno appena concordato, insomma il massimo dell’ipocrisia e della presa in giro per i lavoratori.

Il Sindacato Confederale attribuisce adesso le colpe a loro ex segretari, a ex sottosegretari, un modo consueto di fare sindacato, quando le cose vanno male la colpa e di chi non c’è più.

La verità ci pare invece sia legata alla minaccia di non approvazione della legge di potenziamento legge 246, in cui erano contenuti svariati miliardi per il contratto e la conseguente meschina figura di CGIL-CISL-UIL di rimanere senza i soldi del contratto.

Quindi il ricatto ha funzionato, CGIL-CISL-UIL approvano il regolamento per i Volontari e il Governo approva la legge 246, che è persino peggio del regolamento; cosa volete colleghi la concertazione ha il suo prezzo, ma chi se ne frega tanto il conto lo paghiamo noi.

La RdB dal lontano 1989 ha sempre presentato in tutte le legislature la proposta di assunzione per circa 10.000 discontinui, proposta di legge che non a caso è sempre stata osteggiata da Confederali e Associazione Volontari, perché sarebbe stata l’unica proposta a creare seri problemi a chi aveva in mente di dare al volontariato il controllo della situazione.

Inseriamo in questo comunicato un estratto di alcuni articoli del nuovo regolamento, quelli che sembrano i "migliori", senza commenti, speriamo li facciate voi e vorremmo poi averli al nostro fax 06-4870247.

 

Art. 13.

Conferimento della qualifica di capo reparto volontario

1. La qualifica di capo reparto volontario è conferita nel limite del contingente di cui all'articolo 4, attraverso la partecipazione con esito positivo, ad un corso di formazione, di quattro settimane anche non consecutive, organizzato presso il comando provinciale di appartenenza.

2. Al corso sono ammessi, secondo l'anzianita' nella qualifica e fino alla copertura dei posti da conferire nelle singole sedi, i capi squadra volontari che abbiano presentato istanza di avanzamento, che siano iscritti nell'elenco B con una anzianita' nella qualifica non inferiore ai cinque anni e che abbiano operato con lodevole profitto negli ultimi due anni.

 

Art. 14.

Conferimento della qualifica di capo squadra volontario

1. La qualifica di capo squadra volontario è conferita nel limite del contingente di cui all'articolo 4, attraverso la partecipazione, con esito positivo, ad un corso di formazione, di quattro settimane anche non consecutive, organizzato presso il comando provinciale di appartenenza.

2. Al corso sono ammessi, secondo l'anzianita' nella qualifica e fino alla copertura dei posti da conferire nelle singole sedi, i vigili volontari iscritti nell'elenco B da oltre cinque anni, che abbiano presentato istanza di avanzamento ed abbiano operato con lodevole profitto negli ultimi due anni.

3. Il corso si intende superato se il candidato ottiene una votazione di almeno 18/30 all'esame finale consistente in una prova scritta da svolgersi anche mediante questionario, sulle materie di cui alla tabella II, allegata al presente decreto.

 

Art. 17.

Modalita' di impiego del personale volontario

1. Il personale volontario iscritto nell'elenco A e' richiamato in servizio nelle ipotesi previste dall'articolo 70 della legge 13 maggio 1961, n. 469, e successive modificazioni e integrazioni. Il richiamo viene disposto a cura e sotto la diretta responsabilita' del competente comandante provinciale dei vigili del fuoco, previa autorizzazione del Ministero dell'interno e sulla base dei criteri dell'anzianita' d'iscrizione negli elenchi, dell'eventuale stato di disoccupazione, nonche' del carico familiare degli interessati.

2. L'impiego del personale volontario iscritto nell'elenco B avviene:

a) nell'ambito della circoscrizione di competenza, autonomamente:

1) su segnalazione o richiesta diretta di intervento alla sede di appartenenza;

2) su richiesta di soccorso pervenuta direttamente al Comando provinciale;

b) al di fuori della circoscrizione territoriale di competenza, su disposizione del comando provinciale.

3. Nei casi di cui al comma 2 il comando provinciale deve essere costantemente informato sulla natura e sviluppo del servizio di istituto svolto dalla sede volontaria.

4. I funzionari tecnici antincendi volontari operano:

a) nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, autonomamente, su richiesta diretta di intervento di soccorso pervenuta al distaccamento volontario assumendo, se del caso, la direzione tecnica della squadra volontaria;

b) al di fuori della circoscrizione di competenza, su disposizione del comando provinciale, per incarichi specifici rivolti alla direzione tecnica della componente volontaria.

 

Art. 18.

Personale volontario inidoneo al servizio di soccorso

1. Il personale volontario in servizio negli appositi distaccamenti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, dichiarato permanentemente inabile al servizio di soccorso da parte della commissione medica ospedaliera, purche' tale condizione non pregiudichi l'ulteriore impiego, puo' svolgere mansioni relative all'organizzazione interna delle predette sedi volontarie, ad esclusione di impieghi operativi esterni.

 

Art. 20.

Ordinamento gerarchico

1. Nei rapporti tra il personale volontario di pari qualifica, si considera gerarchicamente superiore chi possiede la maggiore anzianita' negli elenchi. A parita' di anzianita' di iscrizione, e' gerarchicamente superiore il maggiore di eta'.

 

Art. 24.

Disposizioni transitorie e finali

l. Il personale volontario appartenente alle qualifiche di primo e secondo ufficiale, che, alla data di entrata in vigore del presente regolamento, risulti ancora iscritto negli elenchi del personale volontario, e' inquadrato, con decorrenza dalla stessa data, nella qualifica di funzionario tecnico antincendio volontario.

2. I capi squadra volontari, che alla data di entrata in vigore del presente regolamento, risultino assegnati, negli ultimi cinque anni, presso distaccamenti volontari, sono inquadrati, con decorrenza dalla stessa data, nella qualifica di capo reparto volontario nei limiti del contingente stabilito dall'articolo 4 per ciascun distaccamento.

3. Il personale volontario iscritto nell'elenco B e trasferito, per cambio di residenza o domicilio, in altro distaccamento volontario, e' iscritto presso la nuova sede di servizio volontaria, nei limiti del contingente previsto dall'articolo 4 per le relative qualifiche, conservando l'anzianita' e la qualifica precedentemente possedute.

6. I funzionari tecnici antincendi volontari sono equiparati, agli effetti del trattamento economico previsto dall'articolo 71 della legge 13 maggio 196l, n. 469, ai collaboratori tecnici antincendi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

 

 

Colleghi, che ve ne pare? Non è una situazione splendida?

Noi aspettatiamo 15 anni per un corso da CS magari dovendo anche andare fuori casa, invece da volontario puoi essere CS anche con 5-6-anni di servizio, a casa tua e con qualche migliaio di interventi in meno.

La RdB ritiene che la componente volontaria abbia un suo preciso ruolo, cioè di sussidio ai permanenti, ma ci pare che con questo regolamento si sia voluta esprimere invece l’indipendenza del volontariato dalla componente permanente.

Introducendo un principio di autonomia e criteri difformi dalle regole previste per i permanenti, in tema ad esempio di graduatorie o con ruolo logistico per il personale volontario dichiarato non più idoneo, sì da cioè al volontariato ciò che non si vuol dare ai permanenti, non c’è dubbio un bel ministro e dei bei personaggi sindacali vengono delegati dal personale.

E la situazione non cambierà se non decidete di togliere la delega a questa gente che ha ridotto il CNVVF ad un gruppo di manovali, cui dare quattro soldi nei contratti, una gita a Roma per il giubileo, una ridicola ed inutile assicurazione infortuni "magari con le loro compagnie assicurative" (UniPol, ecc), pagata ovviamente e sempre con i nostri soldi versati all’O.N.A., e attenti, magari qualcosa arriverà anche con la befana.

Abbiate il coraggio, di eliminare il motivo dei vostri passaggi di qualifica a centinaia di Km da casa, di dire basta alle specializzazioni non riconosciute se non quando fate le domande di mobilità, di impedire ai soliti ignoti di firmare contratti per altre categorie a 1.200.000 o 300.000 lire e il nostro a 90.000 lire, di contrastare con una disdetta coloro che hanno ridotto l’organico in uno stato pietoso pensando solo al numero delle tessere d’adesione degli allievi V.P. a Castelnuovo di Porto o alle Capannelle, anziché al numero di coloro che sono nelle squadre d’intervento.

Vogliamo sperare che teniate in considerazione quanto abbiamo scritto, e ci attendiamo che vi sia un segno concreto di un cambiamento per risollevare il CNVVF, da un torpore che lo condurrà ad una lenta morte.

p/il coordinamento nazionale

Lucio Molinar


iData: sabato 16 dicembre 2000
 Vi inviamo a leggere la nuova legge sugli incendi boschivi, il decreto sul regolamento dei volontari del corpo nazionale, e la circolare sui volontari del corpo nazionale. Documenti che confermano, purtroppo, il dato politico di quanto affermato dalla Rdb sulla fine del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sempre più relegato a ruota di scorta della protezione civile. Su queste normative pesa molto la responsabilità di CGIL CISL UIL e dei loro referenti politici governativi


Roma 15 Dicembre 2000

Al Sottosegretario di Stato

On. Gianfranco Schietroma

 

Oggetto: richiesta di un incontro urgente.

 

Negli ultimi incontri abbiamo avuto piena disponibilità da parte sua per discutere sui problemi del Corpo nazionale.

Le avevamo già sottolineato le gravi problematiche del Corpo nazionale e le difficoltà a trovare soluzioni che dessero alla nostra categoria una collocazione idonea alla sua funzione in base al D.Lgvo 300/99.

Ora, anche alla luce del DPR 362 del 2.11.2000 e della circolare ministeriale n. 53978/bis del 23.11.2000 si da un grosso risalto al ruolo del volontariato. Su questo argomento vorremmo avere dei chiarimenti circa l'utilizzo e il rapporto tra il Corpo nazionale e il volontariato stesso.

Siamo molto preoccupati anche sull'andamento della contrattazione integrativa visto che nell'ultimo incontro tenutosi il 13 u.s. l'amministrazione ha presentato stralci di preintese, da sottoscrivere all'ultimo momento, sulla mensa - buoni pasto e sul pagamento delle indennità. Argomenti che non hanno ancora trovato chiarezza nonostante la RdB avesse inoltrato richiesta di incontro già dal 16 giugno u.s.

Per questi ed altri motivi siamo a chiederle un incontro con la massima urgenza e anche più specificatamente per capire l'iter della nostra richiesta sul riconoscimento alla categoria di attività particolarmente usurante.

Rimaniamo in attesa di un cortese ed urgente cenno di conferma.

p. Il Coordinamento nazionale

Lucio Molinari

 


MINISTERO DELL’INTERNO

 

DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE

E DEI SERVIZI ANTINCENDI

DIREZIONE CENTRALE DEL PERSONALE

Servizio del Personale – Divisione II

 

 

Circolare n. 53978/bis Roma 23 novembre 2000
Oggetto: Sviluppo delle sedi permanenti e volontarie del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e riordino del personale volontario.

 

Le crescenti esigenze del Paese in termini di sicurezza e protezione dagli eventi calamitosi ordinari ed eccezionali nonché l’espansione dei fenomeni ciclici delle emergenze, come anche recenti avvenimenti hanno dimostrato, impongono risposte organiche ed efficaci da parte delle strutture pubbliche, siano esse di pertinenza dello Stato ovvero delle Regioni o degli Enti Locali.

In tale situazione, la presenza del volontariato sociale, indirizzato e coordinato, assume una rilevanza strategica, che il Governo ed il Parlamento hanno più volte sottolineato e valorizzato, in quanto espressione primaria del principio di sussidiarietà che deve connotare l’adeguamento e lo sviluppo del servizio pubblico.

Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nell’ambito del proprio sistema organizzativo, si avvale della presenza di una componente volontaria particolare e qualificata per i fini istituzionali e, specificamente, per concorrere al sevizio di soccorso tecnico urgente in favore della popolazione.

Tale componente, che per ragioni riconducibili a tradizioni e peculiarità locali si è sinora sviluppata prevalentemente nel nord del Paese, dovrà opportunamente trovare una sua espansione in tutto il territorio nazionale, in modo armonico ed integrato con la componente professionistica, tantopiù che quest’ultima risulta sottodimensionata rispetto all’incremento del fabbisogno di sicurezza derivante dal progresso tecnologico.

Si rende perciò necessario definire un progetto organico e razionale di sviluppo complessivo del Corpo nazionale, prevedendo anche l’incremento di presidi permanenti e volontari: i primi nelle realtà caratterizzate da più elevato indice di rischio (antropico, industriale, sismico etc.); i secondi nelle zone a più basso indice rischio ovvero in località non raggiungibili entro i tempi fissati come limite per un efficace intervento operativo.

Quanto sopra, evitando in particolare insediamenti che comportino sovrapposizioni di competenze operative sul territorio, anche nel rispetto dei basilari principi di economia organizzativa e di oculato utilizzo delle risorse pubbliche.

Nell’ambito delle indicate linee strategiche assume particolare rilevanza il ruolo degli Enti Locali, cui è demandato, da un lato, il compito di coordinare le esigenze delle comunità amministrate relativamente alla localizzazione dei presidi antincendi sulla base delle indicazioni dell’Amministrazione, anche attraverso la promozione di consorzi e, dall’altro, quello di sostenere, con disponibilità logistiche ed organizzative adeguate, l’attivazione dei presidi stessi.

Allo scopo, saranno promossi incontri con le OO.SS. del personale, l’Associazione nazionale dei vigili volontari e l’A.N.C.I..

L’ulteriore passo, finalizzato ad estendere la presenza dei presidi volontari sul territorio, non può che essere la puntuale ed attenta revisione sia dell’ordinamento del personale volontario, sia del relativo impiego, in specie in occasione di interventi di più ampia portata o che vedano anche la partecipazione di squadre permanenti.

A questo ultimo riguardo si è provveduto con un regolamento adottato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 22/09/2000, in via di pubblicazione sulla G.U., che prevede tra l’altro:

 

E’ appena il caso di ricordare a tal proposito che resta fermo il principio della generale competenza e conseguente responsabilità del Comandante provinciale in ordine alle direttive ed al coordinamento del soccorso tecnico urgente, anche in caso di intervento congiunto della componente volontaria con quella permanente, cui fa capo l’intervento complessivo.

La retribuzione cui ha titolo il personale volontario in ragione delle prestazioni rese – v. conforme interpretazione della legge n. 469/1961 – costituisce poi materia da approfondire e rivisitare con specifica disposizione normativa alla stregua del principio del "no profit", che informa in genere le attività di volontariato.

I dirigenti degli uffici in indirizzo avranno cura di portare a conoscenza quanto precede, illustrandone il significato in apposite riunioni, ai Comandanti delle rispettive circoscrizioni territoriali, anche con la partecipazione di responsabili dell’Associazione nazionale vigili del fuoco volontari.

Rimanendo in attesa di eventuali suggerimenti migliorativi, coerenti con le modalità organizzative dell’attività costituzionale del Corpo nazionale, si prega di assicurare.

 

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

f.to Schietroma