ANNO 2001

A TUTTE LE FEDERAZIONI

A TUTTE LE STRUTTURE

Lunedì 2 Aprile u.s. si è riunito il Consiglio Nazionale RdB Pubblico Impiego sul seguente ordine del giorno:

Dopo ampio dibattito sulla fase politica attuale, sulle dinamiche sindacali in corso e i possibili sviluppi legati agli esiti delle elezioni politiche del prossimo 13 Maggio, gli interventi sono poi entrati nel merito delle proposte riguardanti i singoli punti all'ordine del giorno decidendo quanto segue:

RINNOVI BIENNALI

Rilancio delle iniziative sul salario a partire dai rinnovi contrattuali ancora aperti e dagli integrativi ancora da aprire o già avviati a contrattazione, anche alla luce delle clamorose conferme della validità della nostra posizione che provengono dalla diffusione dei dati Istat sullo scarto tra andamento dei salari e aumento del costo della vita.

Dati che costringono anche Cgil, Cisl e Uil a prendere atto di una situazione che hanno pervicacemente tentato di occultare in questi mesi di vertenze contrattuali e che non si risolve , come sostiene Cofferati, affrettando la chiusura dei contratti quando sono proprio i contratti finora sottoscritti che sanciscono un'ulteriore, consistente perdita del potere d'acquisto dei salari ma denunciando l'accordo di luglio '93 e rilanciando l'iniziativa sull'obiettivo SALARIO.

RSU  Avvio della campagna sulle Rsu per porre al centro dell'attenzione, oltre che l'evidente fallimento dell'esperienza di questi ultimi 3 anni, la totale mancanza di processi democratici veri e di ogni potere decisionale vero.

Concretamente : pubblicazione di una manchette su Liberazione e Manifesto e successivo Appello a tutti i delegati Rsu del Pubblico Impiego da far girare nei posti di lavoro per la raccolta delle firme su un testo che traduce in modo articolato la richiesta di PIU' POTERE, PIU' DEMOCRAZIA.

ASSEMBLEA NAZIONALE di delegati eletti RSU il 1° Giugno prossimo a Roma

PREVIDENZA COMPLEMENTARE Diffusione in tutti i posti di lavoro di un primo Volantone di denuncia e di agitazione sulla trasformazione della liquidazione in TFR e sull'introduzione nel P.I. della previdenza complementare privata, primo concreto passaggio verso la distruzione della previdenza pubblica. Successivamente costruzione di una battaglia vertenziale sulla previdenza pubblica attraverso strumenti concreti che dovranno essere definiti; esempio: Legge di Iniziativa Popolare , Comitati per la difesa della Previdenza Pubblica, etc.

Sul tema PENSIONI è programmato un primo momento d'iniziativa a Milano per il 21 aprile presso la Casa della Cultura, via Bordogna, 2 (zona S.Babila) Metro 1 alle ore 9,30.

Le strutture, in specie quelle del Nord Italia, sono invitate fin d'ora ad organizzare la partecipazione.

QUADRIENNIO CONTRATTUALE Definizione di una piattaforma con punti politici qualificanti e irrinunciabili per il prossimo rinnovo quadriennale dei ccnl del Pubblico Impiego da utilizzare per l'avvio del dibattito con i lavoratori in ogni singolo posto di lavoro e da gestire in vista della definizione di piattaforme specifiche per ogni settore. Un lavoro che, anche per la coincidenza dei tempi, finirà per caratterizzare in modo prevalente la campagna per le elezioni Rsu del prossimo Novembre 2001.

 

COORDINAMENTI TERRITORIALI P.I. Accelerazione della definizione dei Coordinamenti dove ancora non sono stati definiti .

Approvazione di un finanziamento ai Coordinamenti Territoriali finalizzato al loro funzionamento (rimborsi viaggi per le riunioni del Coord.Terr., ecc.).

Tale finanziamento è stato definito tenendo conto della consistenza organizzativa, delle risorse che i vari settori già inviano nei territori attraverso le proprie strutture e dei progetti di sviluppo messi in campo da ogni realtà territoriale: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia: L. 700.000 mensili Liguria, Abruzzo, Basilicata e Calabria: L.500.000 mensili Friuli, Marche e Molise: L.300.000 mensili

Il finanziamento partirà dal momento in cui le strutture comunicheranno l'avvenuta costituzione del Coordinamento Territoriale ed elezione dei relativi organi.

Il C.N. inoltre ha approvato una propria deliberazione ( che alleghiamo) riguardante lo svolgimento della Conferenza di Organizzazione del P.I. che si terrà nella primavera del 2002.

Il C.N., infine, ha approvato il Bilancio delle ex categorie che sono state attive fino al 31.12.2000 come stabilito dai relativi Congressi.

Il Bilancio approvato riguarda, ovviamente, la parte delle risorse amministrate dalle ex categorie nazionali.

La parte che invece è stata gestita direttamente dalla strutture non è stata ancora inviata al Nazionale dalla maggior parte di esse come, invece, è stato richiesto molte volte e come prevedono le norme.

Nell'attesa e con l'auspicio che questa grave omissione venga al più presto sanata, sarà compito del prossimo C.N. decidere le iniziative da assumere verso gli inadempienti.

Copia del Bilancio è disponibile per la consultazione presso la sede della Federazione Nazionale a Roma, Via Appia Nuova, 96 Scala D int. 13.

Roma 4.4.2001

p/ Direzione Nazionale P.I.

Paola Palmieri

 

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE RDB PUBLICO IMPIEGO

Approvata all'unanimità nella riunione del 2 Aprile 2001

Il Consiglio Nazionale RdB-P.I., riunito nella sede della Federazione Nazionale RdB a Roma il 2 Aprile 2001

CONSIDERANDO

che è appena iniziato il processo organizzativo della nuova categoria Pubblico Impiego attraverso la costituzione dei Coordinamenti Territoriali di Pubblico Impiego, la cui verifica è stata demandata dal Congresso della RdB P.I. del Maggio 2000 ad una Conferenza di Organizzazione del P.I. da tenersi entro il 2001; che la prossima scadenza elettorale RSU nel Pubblico Impiego, fissata a Novembre 2001, impegnerà tutta l'Organizzazione, a partire dai prossimi giorni, con la preparazione di una Assemblea Nazionale di tutti i delegati eletti da tenersi il prossimo 1° Giugno 2001; che tale scadenza elettorale consentirà, anche alla luce della modifica dell'attuale assetto dei comparti, una valutazione politica e organizzativa della categoria Pubblico Impiego sicuramente più completa; che entro i primi mesi del 2002 è in programma lo svolgimento dell'Assemblea Nazionale della C.U.B.;

DECIDE

di fissare per la primavera del 2002 lo svolgimento della Conferenza di Organizzazione della RdB PUBBLICO IMPIEGO.

Roma 2 Aprile 2001

 


Abbiamo elaborato breve documento di commento al rinnovo biennio economico. Sollecitiamo i delegati RSU ad appropriarsi del ruolo di rappresentanza che gli è stato scippato, e forse mai attribuito, dai contratti voluti da cgil,cisl,uil,confsal..., li invitiamo ad autogestire un referendum per verificare se i loro colleghi gradiscano o meno questo contratto. Vi preghiamo di inviare le risultanze di tale consultazione al Centro Documentazione RdB-PI Webstato all'indirizzo rdbstato@rdn.it o al numero di fax 06233200763. Un ringraziamento e un saluto. 

Pietro Falanga
RdB-PI WebStato
rdbstato@rdn.it

La firma definitiva della preintesa per il rinnovo del biennio economico sottoscritta il 19 gennaio scorso tra l'ARAN e le OO.SS. Cgil, Cisl, Uil e Confsal non modifica le quantità di risorse nè la loro distribuzione già concordata nell'accordo prenatalizio.

Tutto questo nonostante nel frattempo siano intervenuti fatti che avrebbero dovuto indurre a maggiore attenzione sia l'Aran che i sindacati firmatari, ma questo non è stato.

Tutto questo a dimostrazione - se ce ne fosse ancora bisogno – di quanto i loro interessi siano più vicini alla politica che ai lavoratori.

Le dichiarazioni governative, circa l'aumentata ricchezza prodotta nel paese, la diminuzione del debito pubblico, il buon andamento della bilancia commerciale, dovevano far ritenere doverosa una redistribuzione più equa con benefici sui salari invertendo cosi una tendenza che in dieci anni ha di fatto impoverito milioni di famiglie, non hanno invece sortito alcun effetto.

Sia la Finanziaria che la direttiva del ministro della Funzione Pubblica, Bassanini, però, indicavano nell’1,2% per il 2000 e 1,7 % per il 2001 l'unico aumento disponibile per gli statali quando già l'inflazione reale galoppava al 2,8 %.

I fatti nuovi, inoltre, sono stati all’inizio dell’anno l'aumento delle tariffe e dei servizi ben oltre la soglia dell’inflazione programmata - Luce, acqua, gas, servizio postale, biglietti ferroviari, ecc. hanno avuto in questo periodo aumenti che vanno dal 5 al 10 % e oltre. Risulta evidente che i profitti sono al di fuori delle regole invece imposte ai salari.

Oltre a questo, i paladini della politica dei redditi (Cgil, Cisl e Uil) sostenevano aumenti che sforavano i tetti stabiliti con il governo e confindustria ma solo per alcune categorie. Nella piattaforma dei metalmeccanici chiedono il 4,5 % di aumento, per i medici del comparto Sanità hanno già ottenuto il "misero" aumento di 1.500.000 lire al mese, per le forze armate e di polizia già si parla di 300.000 lire di aumento, mentre i colleghi del parastato, la cui preintesa è stata firmata nella stessa notte di quella degli statali non si capisce come siano arrivate 32.000 lire in più, che è una miseria, ma che denota come il tentativo di dividere i lavoratori sia stato mai così sfacciato.

Sia chiaro, se è il caso di ribadirlo, che questo ragionamento non è affatto conflittuale nei confronti delle altre categorie di lavoratrici e lavoratori, dei cui aumenti salariali siamo ben felici, ma servono unicamente per sottolineare una volta di più le gestioni, corporative, di chi fa due pesi e due misure.

Nel preaccordo, in una nota a verbale, i sindacati firmatari dichiaravano solennemente di riaprire la trattativa qualora si fossero verificati accordi più vantaggiosi per altre categorie. E ora?

Ne frattempo, nella relazione tecnica di accompagnamento alla Finanziaria , il governo, in merito al famigerato articolo 51, comma 3 (in precedenza art.33, comma 2) che abolisce il diritto alla maggiorazione RIA calcolata al 31.12.93, esalta tale disposizione che farebbe risparmiare alle casse dello Stato ben 1001 miliardi.

Se pensiamo che gli stanziamenti in Finanziaria per i rinnovi dei contratti pubblici non arrivano a 1000 miliardi, ci rendiamo conto che il contratto di tutto il pubblico impiego è stato pagato con il furto ai danni degli stessi dipendenti pubblici. E dobbiamo anche ringraziare per un contratto a perdere !

Ma veniamo ai contenuti e alle mistificazioni di questa preintesa che ha un forte sapore pre-elettorale.

Pur essendo scaduto il vecchio contratto da oltre un anno, casualmente si pensa ora di rinnovarlo in fretta e furia per fare arrivare i "favolosi" aumenti con tanto di arretrati proprio per la vigilia delle elezioni politiche di primavera. Trucchi da "prima repubblica", che non è mai diventata "seconda".

Il primo capitolo si apre sugli "Aumenti della retribuzione base" rimandando ad una Tabella A gli aumenti tabellari previsti e che vanno per il 2000 da 30.000 lire al mese per un terzo livello alle 47.000 di un nono livello a partire dal 1° luglio - quindi quell' l,2 % di aumento si riduce allo 0,6 % se calcolato su base annua - e per il 2001 aumenti a partire da 51.000 lire fino a 79.000 lire per il nono livello.

Anche l'indennità di amministrazione subisce un incremento che per il 2000 - a far conto sempre da luglio, oscilla dalle 9.000 lire per il terzo alle 18.000 lire per il nono e per il 2001 favolosi aumenti da 4.000 lire sempre al terzo a 8.000 lire per il nono.

A questi aumenti si aggiungono (bontà loro) ulteriori 16.000 lire mensili per 12 mesi a decorrere dal 2001 destinate all'incremento del F.U.A.

Il resto sono truffe e inganni. Mentono sapendo di mentire,

Infatti:

· i risparmi sulla RIA del personale cessato dal servizio che vengono "concessi" per il salario accessorio sono già normati in tal senso dai precedenti contratti che hanno istituito tali competenze (DPR 49/87, DPR 44/90);.

· concessi anche i risparmi dei fondi utilizzati per le posizioni Super o passaggi di livello nell'area del personale cessato dal servizio (già ampiamente previsto dal CCNL 1998-2001);

· concessi i risparmi derivanti dalla riduzione di personale (ma non era già previsto dalla Finanziaria 2000?);

· e per ultimo, ma non per sfacciataggine, si fa passare per "incremento contrattuale" la riduzione del 5 % del fondo per gli straordinari da far confluire nel F.U.A. ma queste risorse.sono già iscritte al capitoli di spesa per il personale nelle singole amministrazioni e non sono, come ingenuamente vorrebbero farci credere, soldi freschi che incrementano le retribuzioni ma piuttosto una minestra riscaldata e condita con molte bugie e tanta faccia tosta.

Per cui rifacendoci due conti sulla base di quanto abbiamo analizzato possiamo dire che a regime (fine 2001) l'incremento mensile medio lordo procapite - calcolato sul sesto livello per avere il raffronto immediato. con le cifre da loro diffuse - equivale a L.36.000 + 60.000 + 15.000 + 16.000 = 130.000 contro le 154.000 lire della propaganda di cgil, cisl e uil (e non dimentichiamo i finti autonomi della confsal).

A queste cifre bisogna sottrarre le ritenute fiscali e previdenziali, comunque niente preoccupazioni la tazzina di caffè è garantita.

Leggendo poi l'articolo 8 si capisce l'accanimento dei firmatari per magnificare, e quindi far accettare, questo contratto:

si introduce la previdenza integrativa (leggi pensione privata) con un accantonamento dell'1% della massa salariale del comparto gestita - indovinate da chi ? - da quei stessi firmatari (o assicurazioni e finanziarie a loro collegati).

Dal 1990, anno in cui, a seguito di una proposta di legge presentata dalla CGIL e subito appoggiata dagli altri "compari", è partito il processo di privatizzazione del rapporto di lavoro di pubblico impiego – il D.Lvo 29/1993 e le sue successive modifiche – la tanto esaltata logica della concertazione ha prodotto un mostro dopo l’altro: diritti perduti, salari taglieggiati, professionalità mai riconosciuta, introduzione della flessibilità, smantellamento del sistema pensionistico, mobilità tra comparti (e si prevede anche verso l’esterno del Pubblico Impiego e "deportazioni" territoriali) …

Risulta ormai chiaro che con questo processo chi firma questi accordi truffa tende solo a garantirsi fette di potere, a partire dai finanziamenti dello stato per i servizi, che tra l’altro vengono tolti al Pubblico Impiego per assegnarli in esclusiva – o quasi – alle centrali sindacali, fino a giungere e questi sono i veri "trenta denari" degli anni ’90, la gestione della Previdenza Integrativa.

Un accordo come quello che commentiamo è una vergogna assoluta e siamo convinti che nessuno si senta rappresentato da chi invece si arroga il diritto di assumere scelte per tutti.

Per questo proponiamo a tutti le delegate e i delegati RSU, di qualsiasi "colore", di riappropriarsi del ruolo di rappresentanza che gli è proprio e organizzare un referendum all’interno degli uffici per sapere cosa ne pensano lavoratrici e lavoratori dell’elemosina elargita.

Vogliamo e dobbiamo rimettere al centro del dibattito la questione salariale, intesa non solo come vertenza per aumenti contrattuali adeguati al recupero del potere di acquisto degli stipendi ma anche come proposta politica di una diversa redistribuzione della ricchezza prodotta nel Paese che, da anni, destina al salario del lavoro dipendente parti sempre più residuali. Si giunge all’assurdo di questo contratto che non solo non incrementa realmente i salari ma che, tagliando i diritti dei lavoratori (vedi RIA), riesce pure a ricavare ulteriori risparmi.

 

ABBIAMO PAGATO CARA L’’EUROPA

ORA VOGLIAMO SALARI EUROPEI

 

Roma ,10 febbraio 2001

Per Federazione RdB-PI

Pietro Falanga/ Giuliano Greggi


Comunicato Stampa
Pubblico Impiego

26 Gennaio giornata Nazionale di lotta per il salario

 

Nell’ambito della Vertenza Nazionale sul Salario, lanciata dalla RdB-Pubblico Impiego lo scorso Autunno, con gli scioperi del 13 Ottobre e del 7 Dicembre, ha avuto il suo proseguimento nella giornata del 26 Gennaio con una serie d’iniziative in tutta Italia.

ROMA: Ministero degli Interni manifestazione dei Vigili del Fuoco con volantinaggio e contestazione "folcloristica" del Ministro Bianco con esposizione della foto che lo ritrae mentre fa una generosa offerta ad una ballerina; Ministero delle Finanze assemblea del personale presso l’Ufficio Unico delle Entrate ubicato in Trastevere dei dipendenti alla quale hanno partecipato anche degli utenti che hanno contestato il Ministro e la Riforma della Pubblica Amministrazione; Ministero del Tesoro assemblea dei dipendenti con volantinaggio esterno; Sede INPDAP di Santa Croce in Gerusalemme volantinaggio e lancio di palloncini colorati con la partercipazione di alcune centinaia di dipendenti;

CAGLIARI: conferenza stampa di delegazioni di lavoratori di tutti i settori del Pubblico Impiego con successiva distribuzione ai presenti di "erba e canapa" titolo dell’iniziativa "SPACCIATORI PER BISOGNO";

PADOVA: "incartato" monumento in Piazza delle ERBE con striscione con la scritta "VOGLIAMO SALARI EUROPEI" volantinaggio con un centinaio di pubblici dipendenti.

NAPOLI: volantinaggio di dipendenti pubblici e di LSU presso la sede di Confindustria e la redazione di Repubblica;

TORINO: volantinaggio di fronte alla sede della Regione Piemonte ed incontro di una delegazione di lavoratori presenti alla manifestazione con il responsabile dell’Ufficio di Presidenza il quale ha garantito un incontro a breve con la Regione;

VICENZA: volantinaggio in Ospedale ed in diversi presidi Sanitari;

GENOVA: blocco stradale di via XX Settembre di diverse decine di lavoratori con volantinaggio alla cittadinanza; dal Ponte Monumentale è stato srotolato uno striscione con la scritta "VOGLIAMO SALARI EUROPEI ";

BARI: presidio con volantinaggio presso la sede della Regione Puglia e presso il Policlinico Universitario;

IESI: volantinaggi presso l’ospedale e presso l’Ufficio delle Entrate.

molte altre iniziative si sono tenute in tutta Italia.

MILANO e BOLOGNA: altre iniziative eclatanti nel pomeriggio.

 

La giornata di oggi è da considerarsi come una prima risposta alla chiusura degli accordi per il rinnovo del biennio economico avvenuta nei giorni scorsi dall’ARAN e dai Sindacati "CONCERTATIVI" e che si inquadra nella vertenza più complessiva sul salario, che proseguirà nei prossimi giorni con altre iniziative di cui daremo comunicazione.

la Direzione Nazionale RdB P.I.

 

IL 26 GENNAIO GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA PER IL SALARIO

 

Mentre ARAN e sindacati concertativi chiudono i primi contratti pubblici con poche migliaia di lire la RdB rilancia la vertenza nazionale per veri aumenti salariali.

 

I partecipatissimi scioperi del 13 ottobre e del 7 dicembre hanno già respinto la politica dei redditi che ormai fa acqua da tutte le parti: aumenti a raffica di tutte le tariffe, inflazione ormai definitivamente al 2,8% a fronte di ridicoli stanziamenti in Finanziaria dell'1,7 per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici.

 

La rincorsa salariale che tutti temono è ormai nei fatti. Le stesse confederazioni chiedono, per i metalmeccanici, aumenti del 4,5% e per la scuola e le forze armate si sfora tranquillamente quanto previsto per gli altri dipendenti pubblici.

 

Nella Sanità e negli Enti locali, in particolare, la situazione economica dei dipendenti è ormai drammatica, soprattutto se confrontata con gli aumenti milionari concessi a medici e dirigenti.

 

Venerdì 26 gennaio in tutte le principali città italiane le strutture RdB del Pubblico Impiego daranno vita a clamorose iniziative di protesta per rilanciare la giusta richiesta di un forte aumento in paga base di almeno 500.000 lire per tutti.

 

Roma, 15 gennaio ’01 
p/ Direzione nazionale

Paola Palmieri


Roma 18/12/2000

Comunicato Stampa

CONTRATTI PUBBLICI

UN INSULTO, UNA TRUFFA, UNA BEFFA

La chiusura dell’accordo sul contratto Scuola non è che l’ultimo atto di un imbroglio ai danni dei lavoratori pubblici operato dal governo con la complicità dei sindacati "concertativi".

Un insulto

all’intelligenza delle persone, in quanto la firma dell’accordo per la Scuola viene proprio nell’ultimo giorno delle elezioni delle RSU nella Scuola ad urne chiuse – come dire: "ora che la campagna elettorale per le RSU è finita, possiamo permetterci ogni sorta di manovra".

Una truffa

perché, al di là dei proclami preelettorali sui salari europei, in concreto gli incrementi stipendiali sono ben lungi da avvicinare le retribuzioni pubbliche non solo ai livelli europei ma neanche a garantire il recupero dell’inflazione reale dell’ultimo anno e men che meno la perdita del potere di acquisto determinata dagli ultimi anni di famigerata "politica dei redditi".

Una beffa

in quanto, se per la Scuola i miseri incrementi sono costituiti per la maggior parte dai fondi non utilizzati del cosiddetto concorsaccio, per il resto del Pubblico Impiego il governo ha addirittura operato un sostanzioso risparmio introducendo nella Finanziaria 2001 la cancellazione del diritto, consolidato da decine di sentenze del Consiglio di Stato, al "gradone" (per il parastato) e della "maggiorazione RIA" (per ministeri e aziende) con un risparmio sulla pelle dei lavoratori pubblici pari a 1001 miliardi di lire, ben oltre gli stanziamenti previsti per i rinnovi dei contratti.

La RdB continuerà ad opporsi a queste conclusioni contrattuali anche dopo l'approvazione degli stanziamenti governativi in finanziaria anche per dimostrare che in realtà con queste scelte il governo non fa che aumentare le probabilità di una sua sconfitta elettorale.

Salari europei per tutti!!!

Roma, 18 dicembre 2000

p. La Direzione nazionale

Giuliano greggi


SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO: ALTISSIMA ADESIONE

Nonostante il coprifuoco di tutta la stampa nazionale., lo sciopero generale promosso per oggi dalla RdB Pubblico Impiego e dalla CUB scuola ha avuto adesioni altissime.

Al centro dello sciopero la richiesta di "Salari europei per tutti", la cancellazione della riforma dei cicli scolastici, l'opposizione alla controriforma Bassanini della pubblica amministrazione.

Uno sciopero non corporativo che, a differenza di altri in corso nella stessa giornata odierna, non era finalizzato a consensi elettorali in vista delle prossime elezioni delle RSU nella scuola.

 

Manifestazioni si sono tenute nelle principali città Italiane mentre sotto il Senato alcune centinaia di manifestanti hanno chiesto una profonda modifica della legge finanziaria.

 

Durante il Presidio la Federazione RdB Pubblico Impiego ha incontrato i senatori di Forza Italia, Alleanza Nazionale, C.C. D. e PRC, nessun partito della maggioranza di Governo ha voluto confrontarsi con i lavoratori in sciopero.

 

Roma, 7 dicembre 2000 p/Direzione nazionale RdB p.i.

Paola Palmieri

 

P/CUB Scuola

Cristina Fuga


Rsu Pubblico impiego a due anni dall'elezione ad un anno dal loro rinnovo

 

Sono già trascorsi due anni dalle elezioni delle RSU in tutti i luoghi di lavoro pubblici (18 - 26 novembre '98), siamo ad un anno dal loro rinnovo (novembre 2001) e ci sembra opportuno provare a fare un bilancio di questa esperienza.

Il primo test elettorale nel pubblico impiego ha segnato una tenuta del sindacato confederale storico, un calo consistente della presenza del sindacato autonomo tradizionale, una rilevante crescita del sindacalismo di base, in particolare dell'RdB.

La tenuta del sindacato confederale è avvenuta grazie ai poco democratici meccanismi elettorali che favorivano oggettivamente quelle organizzazioni con un più forte apparato burocratico sul territorio, con maggiore strutturazione e con più risorse, soprattutto economiche, a disposizione.

Probabilmente se si fosse "combattuto ad armi pari", avendo cioè la possibilità di votare non solo per le RSU aziendali ma anche per liste nazionali di organizzazione, visto che i voti ottenuti nei vari luoghi di lavoro, sommati, vengono poi utilizzati per definire la rappresentatività nazionale, il risultato sarebbe stato sicuramente diverso.

Noi abbiamo sempre distinto, nell'analisi, tra lo strumento RSU e il ruolo dei singoli delegati RSU.

Sul primo abbiamo evidenziato come l'istituzione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, senza dare ad esse un vero ed effettivo "potere", non solo nella definizione a livello aziendale di quanto attribuito loro dai livelli di trattativa superiore - poco o niente -, ma nella definizione delle politiche generali di categoria, rappresentava un atto demagogico a cui si ricorreva in una fase di crisi profonda della rappresentanza delle organizzazioni concertative, con il solo scopo di "contare" le tessere, e non per riaprire una fase democratica dal basso.

Sul ruolo invece dei singoli delegati RSU la RdB ha invece sempre posto grande attenzione, anche se ancora con risultati non proprio confortanti.

Oggi, se bilancio bisogna fare, esso è da considerarsi sicuramente negativo:

Le RSU hanno dimostrato di essere un'istituzione decisamente ininfluente per quanto attiene il proprio peso nelle dinamiche contrattuali generali (Accordi quadro, CCNL, Integrativi aziendali nazionali) e di scarso rilievo nelle dinamiche contrattuali aziendali in cui sono spesso subordinate alle posizioni dei "territoriali".

A dimostrazione di quanto affermato vogliamo rilevare che, nel corso dei due anni trascorsi, laddove a causa del decentramento amministrativo, e quindi dello spostamento di migliaia di lavoratori - ivi compresi molti delegati RSU -, le stesse sono decadute, nessuno si è preoccupato di rieleggerle, consentendo alle Amministrazioni e a Cgil, Cisl e Uil di proseguire le trattative unicamente con i "territoriali", senza quindi la partecipazione diretta dei lavoratori di quegli uffici, attraverso i propri delegati eletti.

Gli eletti RSU, tranne che in alcuni casi, non hanno rivendicato appieno il proprio ruolo che gli discende dall'essere gli unici delegati espressi direttamente dai lavoratori.

Siamo arrivati al punto che l'ARAN e CGIL, CISL, UIL e Autonomi hanno inserito nella preintesa sulle code contrattuali del Comparto Ministeri una forte limitazione all'esercizio dei diritti sindacali per i singoli delegati eletti, prevedendo ad esempio che l'Assemblea dei lavoratori sia legittima solo se convocata da tutta la RSU e non dal singolo delegato come avvenuto fino ad oggi. A questa vera e propria provocazione non è seguita, come ci si sarebbe potuto aspettare, una sollevazione dei delegati RSU.

Questa nostra lettura della realtà, lungi dal voler proporre un disinteressamento dalle dinamiche RSU, vuole invece contribuire alla ridefinizione di una nuova fase di intervento che restituisca ai delegati RSU piena consapevolezza delle potenzialità del proprio ruolo.

Non è più accettabile che i contratti, i rinnovi biennali, le trasformazioni in essere in tutte le pubbliche amministrazioni, avvengano senza il determinante contributo delle migliaia di delegati eletti dai lavoratori. Non ci riferiamo solo ai delegati eletti nelle liste RdB, che pure auspichiamo diventino il motore della ripresa dell'iniziativa, ma a tutti delegati eletti in qualsiasi lista.

Ridursi ad essere unicamente lo strumento attraverso cui vengono realizzate, in sede aziendale, le scelte operate da altri senza mandato diretto da parte dei lavoratori ma unicamente in virtù della rappresentatività della propria sigla sindacale, vuol dire abdicare ad un compito affidatogli direttamente dal proprio referente sociale e contribuire a frustrare quelle aspettative che i lavoratori avevano riposto nelle RSU e che si è chiaramente manifestato con la fortissima partecipazione al voto.

 

Novembre 2000 La Direzione Nazionale

RdB Pubblico Impiego

 

 

Comunicato stampa

 

Risorse insufficienti per i contratti del pubblico impiego

La RdB/CUB verso lo sciopero generale

 

Questa mattina a Palazzo Chigi si è svolto, nell’ambito delle consultazioni per il rinnovo dei contratti pubblici, l’incontro tra il governo, rappresentato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Micheli, dal sottosegretario al Tesoro on. Giarda e dal ministro per la Funzione Pubblica on. Bassanini, e una delegazione della RdB/CUB.

Il governo ha proposto uno stanziamento di risorse aggiuntive – rispetto a quanto previsto dalla Finanziaria 2000 – di 370 miliardi, 20 in più di quanto emerso nell’incontro del 30 agosto con Cgil, Cisl e Uil, non è chiaro se la differenza sia di natura prettamente contabile.

In ogni caso si tratta di risorse del tutto insufficienti anche al solo adeguamento dei salari all’inflazione, che per il 2000 si è attestata al 2,6 % e dal 1992 ad oggi ha prodotto una continua e consistente erosione del potere di acquisto dei salari.

E’ assolutamente irrealistica, inoltre, la proposta del governo di fissare l’inflazione programmata per il 2001 all’1,7 % che non tiene conto dell’andamento reale dell’inflazione, dell’aumento di prezzi e tariffe (scattati da qualche giorno) e della continua svalutazione dell’Euro.

Il governo pur riconoscendo, in linea di principio, la necessità di investire risorse nella pubblica amministrazione ha sottolineato che l’andamento dei conti pubblici non è così brillante come si dice e non consentirebbe quindi lo stanziamento di ulteriori risorse.

In conclusione il governo si è comunque impegnato a valutare in modo più approfondito le richieste scaturite da questa tornata di consultazioni, preannunciando fin d’ora un nuovo incontro prima del varo da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge per la Finanziaria nel corso del quale fornirà risposte definitive.

La RdB/CUB, che ha già proclamato lo stato di agitazione, riunisce il proprio Consiglio Nazionale del Pubblico Impiego il prossimo martedì 12 settembre per decidere, in assenza di passi avanti significativi, le forme e i tempi delle iniziative di lotta e dello sciopero generale del Pubblico Impiego.

 

Roma, 6 settembre 2000

p. Il Coordinamento nazionale

Paola Palmieri

 

Roma 4 Settembre 2000

Comunicato alle strutture

 Rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego (II biennio)

 

Lo scorso 30 agosto il governo Amato ha convocato a Palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, in vista delle preparazione della legge finanziaria per il 2001 per definire la quantificazione delle disponibilità finanziarie per i contratti del Pubblico Impiego.

Il governo, sulla base del tasso di inflazione programmata, come previsto dall'accordo di luglio 1993 tra governo e sindacati, che la RdB non ha sottoscritto, aveva previsto di incrementare le retribuzioni del Pubblico Impiego del 1,2% per l'anno 2000 e del 1,7% per l'anno 2001. Il tasso di inflazione programmata per il 2001 era inizialmente dell'1,1% successivamente modificato all'1,7% visto l'andamento del tasso di inflazione effettivo che sta attualmente al 2,6%.

Trasformando le percentuali in numeri reali il governo aveva stanziato con la legge 488/99 - cosiddetta finanziaria 2000 - 629 miliardi per il 2000, 1.761 per il 2001 e 2.269 per il 2002.

I 629 miliardi per il 2000 sarebbero stati appena sufficienti a consentire il recupero sulle retribuzioni dell'1,2% solo da luglio 2000 e non da gennaio 2000 che è la decorrenza naturale del contratto 2000-2001, ovvero il secondo biennio del contratto 1998-2001.

Anche i 1761 miliardi per il 2001 non sarebbero stati sufficienti a consentire il recupero sulle retribuzioni dell'1,1% da gennaio 2001.

Praticamente il governo aveva deciso, con tanto di legge finanziaria, di liquidare i rinnovi contrattuali con cifre molto inferiori al tasso di inflazione effettivo ma anche di quello programmato. Un po' il clima pre-elettorale rovente, un po' la seria preoccupazione che i lavoratori non fossero disposti a subire l'ennesima batosta economica, visto anche l'andamento del tasso di inflazione, il governo ha prima deciso di elevare l'inflazione programmata per il 2001 all'1,7% ed aggiungendo allo stanziamento per i contratti altri 1.400 miliardi circa; poi ha cercato di avviare le procedure per una rapida chiusura dei contratti in modo da mettere i lavoratori di fronte al fatto compiuto.

Cgil, Cisl e Uil, convocati in via prioritaria ed esclusiva a Palazzo Chigi, per dare il loro contributo alla manovra hanno chiesto un incremento di spesa di 700 miliardi che doveva servire al recupero dell'1,2% di inflazione da gennaio 2000. Il 30 agosto scorso, come dicevamo, il governo li ha convocati, gli ha offerto un incremento di 350 miliardi, che coprirebbero l'inflazione programmata dell'1,2% da aprile 2000, e loro hanno accettato di avviare le trattative all'Aran a tali condizioni.

Bisogna inoltre considerare che sulla base dell'attuale impostazione dei contratti non tutto il recupero dell'inflazione programmata andrà in paga base e non tutti i lavoratori ne beneficeranno.

Inoltre se il governo ha reperito risorse aggiuntive per il personale docente della scuola e per il personale statale non contrattualizzato (prefetti, militari, polizia, ambasciatori e magistrati che hanno già percepito per decreto un incremento retributivo del 2,08% da gennaio 2000) significa che gli stanziamenti per i contratti sono insufficienti e che sono necessarie risorse aggiuntive per affrontare le problematiche di tutto il pubblico impiego.

 

Non facciamoci prendere alla sprovvista!

Già dalla fine di luglio avevamo individuato la possibilità di un blitz di governo e Cgil, Cisl e Uil sui rinnovi contrattuali. Evidentemente per problemi interni non sono riusciti a realizzarlo nei primi di agosto, adesso ci riprovano cercando di anticipare il rientro dalle ferie e i tempi organizzativi delle strutture. Insomma intendono sfruttare il fattore sorpresa.

Noi non li abbiamo mollati per tutto il tempo e, di fronte alla convocazione del 30 agosto, dalle richieste d'incontro per lettera e per telefono siamo passati al presidio di Palazzo Chigi in contemporanea con l'incontro. Questa iniziativa ha convinto il governo a convocare anche noi a Palazzo Chigi sulla questione dei rinnovi contrattuali.

Questa situazione ci mette di fronte alla necessità di prendere decisioni e agire immediatamente.

 

Pertanto è stato convocato il Consiglio nazionale del Pubblico Impiego

il 12 settembre 2000, ore 9,00

nella sede di Via Appia Nuova, 96 in Roma

 

La nostra linea di tendenza rispetto ai contratti era già tracciata, anche in linea con i deliberati congressuali, e prevede la richiesta di consistenti incrementi economici in paga base di 500 mila lire. Su questa richiesta crediamo che l'intero corpo dell'organizzazione sia d'accordo perché siamo certi che tra di noi nessuno sposi l'impostazione delle compatibilità economiche del governo e di Cgil, Cisl e Uil. Dobbiamo però trasformare questa richiesta in un elemento di mobilitazione dei lavoratori del pubblico impiego con tre obiettivi di fondo:

ottenere l'apertura di una vera trattativa sulla nostra proposta;

smascherare i trucchi di Cgil, Cisl e Uil sulla gestione delle trattative contrattuali;

convincere i lavoratori pubblici della necessità di rafforzare le RdB in termini di iscritti e di strutture come sindacato conflittuale fuori dalle compatibilità.

E' necessario perciò avviare immediatamente la mobilitazione con assemblee in tutti i posti di lavoro per spiegare ai lavoratori quello che sta avvenendo realmente sui contratti. Avanzare la nostra proposta di 500 mila lire di aumento in paga base e dare vita alle prime iniziative di lotta, ovunque ed a qualsiasi livello è possibile, con manifestazioni spontanee conseguenti alle assemblee, occupazioni simboliche degli uffici, cortei interni ed esterni al posto di lavoro, programmazione di scioperi.

Queste iniziative sono propedeutiche a quelle di carattere generale che prenderemo in rapporto all'esito degli incontri con il governo.

 

Ulteriori elementi di valutazione

A sostegno della nostra proposta possiamo prendere a riferimento:

- La tabella già pubblicata sul volantino che mette a raffronto il tasso di inflazione e la crescita delle retribuzioni dal 1992 dove è chiarissimo che le retribuzioni dei lavoratori pubblici hanno perso ben oltre il 5% del potere di acquisto.

Anni

Andamento inflazione reale

Andamento retribuzioni medie Pubblica Amministrazione

1992

100

100

1993

104,2

100,9

1994

108,3

101,3

1995

114,1

103,1

1996

118,6

106,8

1997

120,6

116,3

1998

122,7

117,5

1999

124,7

119,5

 

Il grafico 1 dell'Aran dimostra come le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono diminuite rispetto a quelle dei dipendenti dell'industria.

 

 

 

 

Il grafico 2 dell'Aran dimostra invece come le retribuzioni dei pubblici dipendenti contrattualizzati è diminuito rispetto a quello dei dirigenti generali e assimilati e a quello dei non contrattualizzati.

 

 

Questi elementi potrebbero essere utilizzati fin da subito per far capire ai lavoratori qual è stata la funzione dell'Aran nelle ultime due tornate contrattuali e che il governo usa la massima discrezionalità nella distribuzione delle risorse economiche. Quindi se i lavoratori del pubblico impiego non fanno sentire con forza le loro richieste, ad iniziare dal togliere ogni delega a Cgil, Cisl e Uil, nessuno ha interesse a prenderli in considerazione, nemmeno nei periodi elettorali.

Roma, 4 settembre 2000

La Direzione Nazionale

 

Rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego 

Governo e Cgil-Cisl-Uil contrattano

La RdB protesta

 Questa mattina una delegazione di lavoratori delle Rappresentanze Sindacali di Base del Pubblico Impiego ha dato vita ad una prima iniziativa di protesta contro il comportamento antidemocratico del governo Amato che tiene rapporti privilegiati con Cgil, Cisl e Uil, senza tenere conto dei risultati elettorali delle RSU che hanno stabilito per legge la rappresentatività delle organizzazioni sindacali nel Pubblico Impiego tra cui è compresa la RdB, e contro le ipotesi d'accordo che annunciavano la conferma del 1,2% di incremento economico per l'anno 2000 con decorrenza da gennaio (mese di decorrenza naturale dei contratti) anziché dall'inventato mese di luglio e un incremento dell'1,7% nell'anno 2001.

La RdB non condivide assolutamente l'accordo che sarebbe stato raggiunto perché non consente neanche l'incremento dell'1,2% delle retribuzioni da gennaio 2000 a fronte di un'inflazione del 2,6%; non prevede l'incremento in paga base per tutti i lavoratori, non prende in considerazione le esigenze specifiche di tutti i settori ma solo quelle di professori e forze armate, non prevede infine un adeguamento delle retribuzioni collegato allo sviluppo professionale e alle conseguenze della riforma amministrativa in corso.

Anche se siamo al 30 agosto il governo non ha colto di sorpresa le RdB che con il presidio davanti a Palazzo Chigi hanno solo dimostrato che non passeranno sotto silenzio né i comportamenti antidemocratici né i tentativi di spacciare per vittorie veri e propri giochi di prestigio sulle cifre della finanziaria relative ai rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego solo a scopo di propaganda elettorale.

Nei prossimi giorni di settembre sono già programmate le riunioni delle strutture di coordinamento della RdB che decideranno tempi e modalità delle iniziative di lotta.

Roma, 30 agosto 2000

p. Il Coordinamento nazionale

Enrico La Pietra

 

Comunicato stampa

 Rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego

La RdB non tollera trucchi pre-elettorali.

 

Governo Amato e Cgil, Cisl e Uil si stanno sperticando per spacciare un accordo truffa come un buon accordo, il migliore possibile.

Di fronte ad un aumento dei prezzi già registrato del 2,6% ma in continua crescita con aumenti del 4-5% delle tariffe, del prezzo dei biglietti dei mezzi di trasporto, della benzina, ecc… stanno decidendo di finanziare il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego solo con l'1,2% di incremento. Una intenzione tanto oscena vorrebbero spacciarla per buona dichiarando che tale incremento decorrerebbe nientepopodimenoché da gennaio 2000 e non da luglio. Cioè la scadenza naturale del contratto (gennaio 2000) vogliono farla passare per una conquista.

La loro intenzione è di gestire questo trucco in funzione della propaganda elettorale tra i dipendenti pubblici in vista delle prossime elezioni politiche.

Ecco a cosa servono i rapporti privilegiati tra governo e Cgil, Cisl e Uil che la RdB ha già ripetutamente denunciato come fatti tutt'altro che trasparenti e democratici.

La RdB non ha alcuna intenzione di tollerare tali trucchi e neanche di permettere il perpetuarsi di una situazione che vede crescere il costo della vita ben oltre i tassi programmati di inflazione e ridursi progressivamente il potere di acquisto delle retribuzioni, tutto ciò gestito all'insegna di relazioni (pericolose per i lavoratori) privilegiate con Cgil, Cisl e Uil.

In assenza di un cambiamento di direzione da parte del governo la RdB non indugerà a promuovere scioperi e mobilitazioni tra i lavoratori a partire dal prossimo mese di settembre.

Roma, 29 agosto 2000

p. Il Coordinamento nazionale

Enrico La Pietra

 

Rinnovi contrattuali dei lavoratori del Pubblico Impiego - biennio 2000/2001

Il governo manovra per tagliare le retribuzioni…

Lo scorso 30 agosto a Palazzo Chigi il governo ha incontrato Cgil, Cisl e Uil per definire la spesa dei contratti del Pubblico Impiego. Oltre ai finanziamenti già previsti pari all'1,2% a partire da luglio 2000 e al 1,7% per l'anno 2001 il governo ha aggiunto 350 miliardi che non sono sufficienti neanche a finanziare l'incremento delle retribuzioni dell'1,2% da gennaio 2000, mentre il tasso di inflazione è attualmente del 2,6%.

…e Cgil, Cisl e Uil sono d'accordo!

 

La RdB denuncia l'imbroglio della manovra perché:

solo nel corso degli ultimi due contratti le retribuzioni dei lavoratori pubblici hanno perso ben oltre il 5% del potere di acquisto (vedi tabella);

le risorse stabilite dal governo sono insufficienti ad incrementare le retribuzioni dell'1,2% per l'intero anno 2000;

l'inflazione programmata dell'1,7% per l'anno 2001 non tiene conto del tasso di inflazione corrente, dell'aumento di prezzi e tariffe, della svalutazione dell'Euro;

non sono previste risorse aggiuntive per affrontare le problematiche di tutte le categorie, come nel caso del personale docente della scuola e del personale delle forze armate.

 

Anni

Andamento inflazione reale

Andamento retribuzioni medie Pubblica Amministrazione

1992

100

100

1993

104,2

100,9

1994

108,3

101,3

1995

114,1

103,1

1996

118,6

106,8

1997

120,6

116,3

1998

122,7

117,5

1999

124,7

119,5

La RdB ha contestato anche il sistema con cui il governo gestisce le relazioni sindacali con un presidio davanti a Palazzo Chigi lo stesso 30 agosto. Tale protesta ha indotto il governo a convocare anche la RdB a Palazzo Chigi sulla questione dei rinnovi contrattuali.

pronti alla mobilitazione generale

per ottenere aumenti reali in paga base

 

COMUNICATO STAMPA

 GIUSTIZIA PRIVATA NEL PUBBLICO IMPIEGO ?

GIUSTIZIA PRIVATA NEL PUBBLICO IMPIEGO ?

La RdB dice NO!

 Aran e Cgil, Cisl e Uil - ispirati dal ministro della Funzione Pubblica - stanno portando a compimento l'ennesimo attacco al pubblico impiego - lasciando fuori non si sa per quale motivo la Scuola - attraverso l'introduzione, dell'istituto dell'arbitrato.

La scelta "politica" della Giustizia Privata è in linea con il depotenziamento attuato negli anni nei confronti della Giustizia Ordinaria (in perenne affanno per la cronica carenza di magistrati, personale amministrativo e risorse) e con la volontà di favorire la creazione di nuove lobbies (questa volta tutte private) .

Quindi, invece di potenziare istituti alternativi (gestiti ottimamente dalla Pubblica Amministrazione) quali la conciliazione obbligatoria presso le Direzioni Provinciali del Lavoro, si vuole favorire l'arbitrato che, oltre che ad usufruire delle strutture pubbliche (Direzioni Regionali del Lavoro) avrà dei costi enormi sia per i dipendenti che per le amministrazioni interessate dal contenzioso.

Con l'introduzione dell'arbitrato si cancella, per i lavoratori, la possibilità di utilizzare la giustizia ordinaria, la decisione dell'arbitro, infatti, è inappellabile, e come potrà essere la decisione di un arbitro che sarà scelto di comune accordo tra sindacati e Amministrazioni? la cui retribuzione sarà stabilita, sempre di comune accordo, da Aran e sindacati? E ancora, gli arbitri verranno formati utilizzando le risorse che sono state stanziate invece per la formazione e riqualificazione di tutti i dipendenti pubblici.

La RdB avvierà una campagna capillare per informare i lavoratori con l'indicazione di non avvalersi di questo istituto illegittimo ( e per il momento ancora volontario).

Roma, 19 luglio 2000

 p/Coordinamento RdB/CUB

Paola Palmieri