Milano 28 Settembre 2000

Comunicato Stampa

IL FUOCO NON USURA

Cittadini, il terribile incidente occorso nella notte ai due colleghi, testimonia, ancora una volta, l'elevatissimo grado di rischio a cui sono sottoposti gli operatori VVF del Comando Provinciale di Milano.

I due vigili del fuoco ustionati erano infatti noti per l'estremo grado di professionalità e quindi l'infortunio è dovuto, unicamente, alla elevata casistica di infortuni di una professione estremamente pericolosa. Il Comandante di Milano ha, recentemente richiesto un aumento di organico di 300 unità per il Comando Provinciale ma il promesso intervento del Prefetto Ferrante si è rilevato, come al solito, privo di risultato.

Il Governo ha, addirittura, ridotto il previsto, insufficiente, turnover che non avrebbe riequilibrato nemmeno i pensionamenti avvenuti.

La provincia di Milano (3.600.000 abitanti) ha un organico VVF presente nelle 24 ore, di sole 150 unità operative: negli anni 30 erano più di 200!!!

Deve essere chiaro che meno personale significhi più rischio agli operatori.

Deve essere chiaro che questo Governo ed il Ministero dell'Interno, da cui dipende il Corpo nazionale, vogliono risparmiare quattro soldi sulla pelle dei vigili del fuoco e della popolazione!

Lo stesso Governo si rifiuta di includere i vigili del fuoco nella categoria di lavoro particolarmente usurante: il fuoco non usura!

A chi ci accuserà di strumentalizzare una disgrazia rispondiamo: quanti di voi sono disposti a lavorare di notte, nelle feste ed in condizioni disperate, rischiando spesso la vita, per due milioni al mese?

 

Info: Alessandro Rovelli Tel. 039/6076331 - Dist. VVF Gorgonzola 02/95304101

Massimo Berto Tel. 02/39210571 - Centrale VVF Milano 02/31901


Milano 29 Settembre 2000

Piazzale Baracca, un boato poi l’inferno

Sette feriti, 20 auto danneggiate, palazzo evacuato. Un tubo del gas staccato e l’ipotesi di un tentato suicidio

L’odore del gas sempre più intenso. Poi un boato tremendo. Una seconda esplosione più forte. E il palazzo d’epoca di piazzale Baracca 8 che si sventra al primo piano. Tre appartamenti completamente distrutti. Una ventina di auto danneggiate. Gente che si precipita in strada e grida aiuto. Vestiti strappati. Facce intrise di polvere e sangue. Schegge, calcinacci e vetri ovunque. Come in una scena di guerra. Con il macabro rituale della conta delle vittime. A pagare maggiormente sono i soccorritori: due vigili del fuoco e due tecnici dell’Aem in condizioni gravi con ustioni in tutto il corpo. Due anziani inquilini e l’architetto che occupava il monolocale saturo di metano, saltato in aria. Cos’era successo? Un tubo del gas staccato nella cucina del professionista, farebbe pensare ad un tentativo di suicidio. Ma gli investigatori non si sbilanciano: per avere certezze occorrerà aspettare il completamento degli accertamenti dei periti. Di sicuro c’è solo il botto in piena notte provocato da una fuga di gas nell’appartamento al primo piano. Stavolta non ci sono i morti, ma è stata sfiorata la tragedia.
Sono le 23.47 esatte quando arriva al centralino dell’Aem la segnalazione di un forte odore di gas nell’edificio. Una telefonata fatta da Francesca Natoli, sorella di Aldo Natoli, proprietario e amministratore del palazzo. La donna abita al terzo piano, l’ultimo. L’azienda elettrica ha fuori due squadre: una a Bollate e l’altra in via Arconati, in zona corso Lodi. Dirotta quest’ultima in piazzale Baracca, mentre scatta l’allarme anche sul centralino dei vigili del fuoco. E’ mezzanotte e un quarto. I due tecnici e quattro pompieri entrano nell’edificio: non si riesce a capire l’origine della perdita. Due vigili del fuoco salgono dalla Natoli, gli altri due colleghi con i tecnici tornano al primo piano, diretti nell’appartamento dell’architetto, Massimo Veggetti, 46 anni. Neppure il tempo di accorgersi che il sensore segnala un’uscita di metano ed è l’inferno. Mancano cinque minuti all’una.
La deflagrazione investe in pieno i due pompieri e i due tecnici dell’Aem, sfonda le porte degli appartamenti fino al secondo piano e sventra lo studio di progettazione e gestione immobiliare confinante con il monolocale dell’architetto. Macerie che vengono fiondate in strada e finiscono su una ventina di auto parcheggiate. L’esplosione danneggia anche due negozi sottostanti, un’oreficeria e un bar. Scattano i soccorsi: arrivano altri mezzi dei vigili del fuoco, molte Volanti coordinate dal dirigente di turno, Pasquale Toscano, ambulanze e gazzelle dei carabinieri. Dal portone d’ingresso esce Antonio Paolillo, pompiere di 36 anni. E’ ricoperto di vetri e di sangue. Barcolla. Lo trasportano al Fatebenefratelli e poi all’ospedale di Parma: ha ustioni su metà del corpo. Con lui viene ricoverato anche Mario Palazzo, 42 anni, tecnico dell’Aem: ustioni di secondo grado sul 60 per cento del corpo. Il suo collega, Antonio Pitti, 26 anni, finisce al Policlinico, mentre l’altro pompiere, Roberto Verga, 35 anni, lo ricoverano al San Carlo di Torino e l’architetto Veggetti a Niguarda. Per tutti la prognosi è riservata. Oggi i sindacati di categoria hanno indetto una fermata di protesta di 15 minuti dei lavoratori Aem per «dimostrare la ferma volontà che sulla salute e la sicurezza non è possibile nessuna deroga».

Michele Focarete

Cronaca