Tragedia al Camping di Soverato (Cz)

Camera dei Deputati :  IN DIRETTA SU INTERNET 

L'AUDIZIONE DEI MINISTRI BIANCO E BORDON 

Mercoledì 13 settembre a partire dalle ore 12, sul canale satellitare della Camera dei deputati e sul sito Internet della Camera, è stata diffusa l’audizione del ministro dell'Interno Enzo Bianco e del ministro dell'Ambiente Willer Bordon sui recenti eventi calamitosi verificatisi in Calabria.


RdB Protezione Civile

COMUNICATO STAMPA

 

Disorganizzazione su disorganizzazione: tempi lunghi nei soccorsi: di chi la colpa?

Tutti sapevamo delle piogge incessanti che si stavano abbattendo sul territorio catanzarese, nelle giornate precedenti all’incidente di Soverato, avevamo i segnali che il territorio non riusciva a contenere tutti quei millimetri di acqua caduta, ognuno di noi sapeva benissimo che la morfologia del territorio catanzarese alla luce degli ultimi incendi non era nelle condizioni di poter far fronte ad eventuali aumenti di pioggia, e tutti sapevamo che un po’ più di acqua del normale nel catanzarese è sempre stato oggetto di grosse difficoltà per la popolazione.

Basti ricordare che anni fa per un po’ più di neve caduta nelle nostre montagne, dove per altri rappresenta una risorsa economia per noi si trasformò in tragedia.

Questa più o meno la situazione che ci si prospettava, come operatori che giornalmente lavorano in questo ambiente, il problema grosso, invece è la sottovalutazione da parte dei preposti nella sede di Catanzaro dei VV.F. - nella giornata di sabato alcune squadre erano state mantenute in servizio fino alle ore 23.00, questo per poter avere nell’immediato altre squadre disponibili in caso di calamità, anche sulla scorta delle richieste che nelle giornate precedenti erano arrivate ai centralini di via Cortese, infatti gli interventi si moltiplicavano sulla fascia Jonica, per allagamenti in scantinati o recuperi di pattini e barche sulle spiagge, ecc..

Alle ore 23.00 del sabato l’epilogo: gli "esperti" del comando hanno rimandato indietro il personale precedentemente trattenuto, il perché ancora non è dato conoscere, forse qualcuno ha pensato che la situazione si era " normalizzata" da lì a poco alle ore 5.00 circa, si verificava quello che oggi è sotto gli occhi di tutti.

A questo punto la situazione al comando di Catanzaro era di una sola squadra d’intervento (5 unità) immediatamente disponibile, allertati dopo l’incidente, ancor prima di predisporre i mezzi nautici, (non anfibi perché non esistono tali mezzi a Catanzaro), pale gommate e cingolate, effettivamente del tempo ne è passato, tempo che in una fase del genere consiste nell’aumentare le possibilità di salvataggio di vite umane. Successivamente, quando si è giunti sul posto, verificatasi la gravità della situazione, per recuperare altro personale da inviare sull’incidente i tempi sono stati ancora dilatati, questo benché tutti sapevano che da un minuto all’altro qualcos’altro poteva accadere.

Questa la "grande" macchina organizzativa a Catanzaro, in cui non è stata allestita nessuna sala operativa, ne al comando VV.F. ne tanto meno negli altri uffici territoriali provinciali, che in questi casi dovrebbero funzionare da coordinamento e di valutazione delle situazioni di emergenza, alle ore 5.00 e successivamente nelle ore a venire, nessun ufficio territoriale aveva in mano una mappa del territorio per indirizzare i soccorsi, nessuno aveva l’elenco delle associazioni di volontariato, pur essendo censite centomila volta, da allertare, tantè che alcune associazioni sono state avvisate dai cittadini del posto, senza parlare poi quando sono giunti sul posto.

Ognuno chiedeva qual’era il compito da svolgere, -quale il territorio da perlustrare, - con quali altre associazioni o enti dello Stato aggregarsi, perché alcuni disponevano di autolettighe altre di campagnole, altre ancora di badili.

Nessuno sapeva qual’era l’autorità che doveva coordinare le operazioni, in una confusione enorme, dove ognuno con il proprio spirito di abnegazione di propria iniziativa faceva il possibile.

Altri ancora, senza nessun coordinamento calpestavano le zone dove successivamente si dovevano recuperare gli scomparsi. Questa più o meno la "grande " macchina organizzativa che si è mossa nel catanzarese dominata dalla superficialità e dalla incompetenza; siamo certi che se si continua ancora in questo senso come calabresi dovremo pianger altri morti, prima ancora di poter avere un minimo di organizzazione in caso di calamità. Come organizzazione sindacale attiveremo tutti i nostri strumenti di denuncia nelle sede politiche e giudiziarie perché senza voler essere crudeli, qualcuno finalmente paghi di persona per gli errori commessi, e la Calabria abbia come in altre regioni un minimo di strutture operative, quando servono.

Questo serva pure per far riflettere tutte le autorità viste, impegnate in questi giorni per attivare quanto è possibile in termini di previsione, visto che, quando qualcuno come noi, ne solleva il problema viene additato come sovversivo, poi i fatti sono che, nel termine di 10 giorni siamo passati dall’emergenza per incendi boschivi a quella per alluvione, in entrambi le circostanze i bilanci sono drammatici e i dati che si registrano costituiscono sicuramente un’occasione per aprire un tavolo di discussione.

In entrambi i casi si cerca di ricondurre la problematica ad una mera questione di soccorso ( forse perché cosi chi ha la responsabilità della gestione del territorio si cela meglio). In realtà ognuna di queste problematiche, dal momento che non si possono porre limiti alle dimensioni che possono avere sia gli eventi naturali che "le azioni umane" va affrontata innanzitutto attraverso la prevenzione e la vigilanza sul territorio.

In Tale ottica è ora di andare oltre gli studi del territorio di cui tutto sommato già si conosce abbastanza per potere intervenire, attuando gli opportuni provvedimenti che sono tutt’altro che complicati, sappiamo bene che la problematica degli incendi boschivi è strettamente collegata alla cosiddetta manutenzione dei fondi, e per ciò che riguarda le inondazioni è ben noto il problema dell’innalzamento ed il restringimento degli alvei in tutta la nostra regione.

In tutto questo contesto inoltre si è consumato l’errore di isolare la componete principale del soccorso: Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, con la legge 300/99, relegandolo non solo ad un ruolo subalterno ma tagliandolo fuori dalla prevenzione dei rischi ( di natura idrogeologica- sismica etc.) dimenticando che chi opera per il soccorso a tutto campo è in grado di portare proficui contributi anche in campo della prevenzione e della previsione.

Anche alla luce di fatti di Soverato ci auguriamo che al più presto venga svolta un’opera di prevenzione sul territorio a monte del campeggio, per verificare se eventualmente nella notte si erano verificati degli invasi naturali o esistenti cui poi hanno determinato il disastro.

F.to - Antonio Jiritano

 

  Il capo della Protezione civile Barberi: "Quel campeggio non doveva stare lì

Soverato, una tragedia annunciata

Il ministro dell'ambiente Bordon punta il dito sulle disastrose condizioni del territorio di Puglia, Calabria e Sicilia: "Hanno cementificato tutto"

 

MILANO (Adnkronos) - ''Quel campeggio li', in quel posto, non ci doveva stare, non ci poteva stare, e invece ci stava e ci stava anche da 20 anni, e' incredibile, lo ripeto: sono sbalordito''. Dopo la tragedia di Soverato che e' costata la vita a undici persone mentre altre cinque restano ancora disperse, non vuole puntare il dito contro nessuno Franco Barberi, capo della Protezione civile che, su 'la Repubblica' avverte: ''sara' la magistratura a stabilire chi sono i responsabili, sara' la magistratura ad indagare, l'inchiesta e' gia' stata aperta''. Barberi ammette che la Protezione civile e' stata allertata solo dopo le 8 del mattino di domenica, in ritardo, ma afferma che di fronte alle previsioni metereologiche di sabato pomeriggio ''bisognava allertarsi prima''. ''La Regione Calabria, i comuni interessati, la Prefettura di Catanzaro -spiega il capo della Protezione civile- tutti avrebbero dovuto mettersi in preallarme, tutti avrebbero dovuto prevedere qualcosa, quel camping comunque secondo me doveva essere evacuato... sulle responsabilita' si vedra'''. ''Sono qui -aggiunge in seguito Barberi- anche per capire fino in fondo cosa e' esattamente successo, per capire ad esempio come mai il decreto legge approvato dal governo nel 1998 dopo la tragedia di Sarno, quello proprio per l'individuazione delle zone a rischio, in Calabria non e' stato applicato''.
''I cretini e i criminali che di tanto in tanto portano la gente a morire non sono 'la' causa delle tragedie. Sono soltanto un tassello in una situazione sempre piu' insostenibile''. E' duro l'attacco che il ministro Willer Bordon affida alle colonne de 'La Stampa' dopo la tragedia di Soverato per colpire il malcostume politico che spesso, in regioni a rischio, privilegia comunque l'edilizia senza curarsi delle ripercussioni sull'ambiente. ''Ormai le condizioni del territorio sono disastrose: si e' cementificato tutto -dice Bordon- e dire che le tragedie sono prevedibili e' forse troppo facile, ma e' cosi'''. Il ministro cita i casi di Puglia e Calabria. E attacca in particolare il programma edilizio della 'Casa delle liberta'' che definisce una ''tana libera tutti''.''Mi limito a ricordare un paio di fatti. Nell'ultimo Consiglio dei ministri -afferma- ho fermato una legge della Regione Puglia che prevedeva una serie di iniziative edilizie che definire a controllo ambientale 'scarso' sarebbe eufemistico. E proprio ieri leggevo che la giunta della Sicilia ha intenzione di ricorrere a Ciampi per ottenere una sanatoria contro la demolizione di migliaia di costruzioni abusive, alzate sulle spiagge contro ogni legge e contro ogni logica. Eppure, basta dire 'adesso abbattete' per trovare una folla di persone che ti spiega che si', hai ragione tu, però... Ecco e' ora di finirla con quei però''. L'aver citato la Puglia e la Sicilia, due Regioni governate dal Polo, e' per Bordon un ''caso'' ma solo fino ad un certo punto: ''Basta guardare il programma della Casa delle liberta' sui lavori pubblici -sottolinea infatti il ministro- e' un programma che io definisco alla ''tana libera tutti'': vogliono mettere le grandi opere direttamente nella Finanziaria, cosi' potranno portarle avanti senza fastidi''. Il ministro spiega di non voler accusare nessuno ma ''se il capo dell'opposizione vuole fare un confronto con me -dice- per spiegare finalmente qual è la sua posizione sui problemi dell'ambiente, io sono disponibile''. Per dirgli, anche ''che se si vuole salvaguardare il territorio bisogna mettersi in testa che ci sono luoghi in cui non si puo' costruire nulla. Anche a costo di rimetterci sul piano finanziario''.

 
tratto dalla GAZZETTA DEL SUD ON LINE - INTERNI 3:35:38 PM

Anno 49 Lunedì 11/9/2000 INTERNI 

Disorganizzazione, strutture carenti, beghe politiche Protezione civile? In orario d'ufficio 

Paolo Pollichieni 

REGGIO CALABRIA – La Protezione civile in Calabria osserva rigidamente la settimana corta. Equiparati sotto ogni profilo (economico, normativo, giuridico e funzionale) ai dipendenti regionali, gli uomini della Protezione civile staccano dal servizio il venerdì alle ore 14. Non è prevista alcuna reperibilità, né alcuna procedura d'urgenza. Non ci sono sale operative e centri di allerta da utilizzare durante il weekend. I cataclismi, però, non osservano gli orari di ufficio. Ed ecco che adesso la grave sciagura di Soverato, epicentro di tante situazioni di estremo pericolo determinate dai nubifragi di questi giorni, ci costringe a fare i conti anche con quella eterna emergenza che è la disorganizzazione strutturale della Regione Calabria. Anche in quei settori delicati per la sicurezza dei cittadini come, appunto, la Protezione civile. Tale settore è assegnato dalla normativa vigente al diretto controllo e alla esclusiva competenza del presidente della Giunta regionale. A lui deve fare capo, anche in omaggio ad un federalismo sempre invocato ma poi poco e male attuato, l'intera rete protettiva regionale e lo stesso coordinamento con le prefetture. Ma accade che il presidente della Giunta, per una sfortunata coincidenza, non sia in sede: Giuseppe Chiaravalloti da sabato è in Australia per una visita ufficiale. Chi lo sostituisce? Formalmente nessuno, perché la Giunta regionale a cinque mesi dal suo insediamento, non ha un vicepresidente, in quanto Chiaravalloti, tirato per la giacca dai partiti della sua alleanza di centrodestra, non ha deciso ancora a chi conferire tale delega. La rivendicano in tanti: Forza Italia vuole Gentile; An tende a imporre un suo uomo; Chiaravalloti vorrebbe nominare suo vice, invece, l'assessore ai Lavori pubblici Aurelio Misiti, che è anche l'assessore più anziano. La contesa va avanti da mesi e oggi le conseguenze esplodono in maniera drammatica. Come se ciò non bastasse, anche attorno al vertice burocratico della Protezione civile calabrese c'è incertezza e rissa. Il balletto delle nomine ha registrato appena la scorsa settimana l'ultimo atto con l'azzeramento della vecchia dirigenza e l'arrivo dei nuovi capi. Anche di questo hanno preso atto i ministri Bianco e Loiero scendendo in Calabria: erano insieme a Monza per seguire il Gran Premio di Formula Uno ma le drammatiche notizie che arrivavano dalla Calabria, il continuo crescere del numero delle vittime insieme con quello dei dispersi, le non tranquillizzanti conferme della Prefettura di Catanzaro circa il latitare delle istituzioni locali e il timore che il maltempo possa proseguire provocando altri disastri, li hanno spinti a lasciare Monza subito per correre in Calabria con un volo militare. In Calabria è pure tornato d'urgenza il sottosegretario reggino Marco Minniti, per presiedere una riunione dell'Unità di crisi in prefettura e quindi effettuare un giro di ricognizione delle zone più colpite dall'alluvione. Dal canto suo, il ministro Agazio Loiero assicura che «il governo è già in condizione di garantire i primi interventi»; non vuole aggiungere nulla rispetto alle assenze che suo malgrado ha dovuto registrare: «In questo momento non possiamo certo indulgere in polemiche, anche se è stato sconfortante constatare che in Prefettura, al tavolo del comitato di crisi e poi in conferenza stampa c'era il governo, c'era il sindaco di Catanzaro, c'era il presidente della Provincia di Catanzaro ma non c'era nessun rappresentante della Regione Calabria». In proposito, però, è anche giusto dire che, avute le dettagliate informazioni sulla gravità della sciagura di Soverato e della situazione presente in Calabria, il presidente Chiaravalloti ha deciso di sospendere immediatamente la sua trasferta in Australia e rientrare appena possibile.