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Roma 9 marzo 2001

VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO

BRUTTA STRADA QUELLA DELL’ELMO.

 

Colleghi e compagni,

quello che vedete in quest’immagine e uno dei prototipi in prova, quello che state osservando non può darvi l’idea di quanto è brutto e soprattutto dopo averlo provato di quanto non sia funzionale.

E’ sproporzionato e ingombrante, è talmente pesante nella parte anteriore che a nostro giudizio è pericoloso, ha una visiera riflettente fatta in plastica morbida con un sistema di posizionamento improponibile, la visione del dispositivo ci fa dire "veramente brutto".

L’altro modello in prova, di cui però non abbiamo la foto, c’è sembrato migliore sotto gli aspetti descritti, ma certo la sua austerità germanica, non consente slanci d’entusiasmo né tanto meno giudizi positivi.

La vicenda degli elmi che come sapete è vecchia di quindici anni, e ci sembra prendere una brutta piega, per delle semplici ragioni.

Insomma diverse cose non ci convincono, ad esempio il metodo delle prove ai comandi, dove qualcuno riferisce "tanto è già deciso", oppure perché gli elmi in prova che lasciano scoperte buona parte delle orecchie non sono stati "esclusi cosi come prevede il capitolato"?

Inoltre, pur ritenendo che le caratteristiche tecniche debbano avere il loro peso, possiamo non valutare con la dovuta attenzione ed importanza il fattore estetico, che poi e quello che darà l’immagine del Corpo quando vedremo le immagini in tv.

Per ultimo il fatto che il personale usi un dispositivo che ritiene "bello" e quindi da indossare con piacere, favorendo perciò l’uso dei dispositivi D.P.I.; magari faremo risparmiare all’Ispettore Generale l’invio di qualche lettera sul mancato uso dell’equipaggiamento.

Colleghi, stando cosi le cose, abbiamo la netta sensazione che la questione imbocchi la triste e nota strada delle tute a pezzo unico, una scelta che costò a tutti noi 15 miliardi e molte arrabbiature, come l’altra volta la RdB s’impegna con grand’attenzione a seguire la vicenda e a tenervi informati, e come nell’altra occasione di segnalare eventuali irregolarità a chi di competenza.

Quello che potete fare Voi per evitare questo, è darci il vostro appoggio.

PARTECIPATE ALLA MANIFESTAZIONE

DEL 23 MARZO A ROMA

 

La prima è che il Direttore Generale e l’Ispettore Capo evitano accuratamente di incontrare la scrivente sulle varie questioni che riguardano il vestiario e l’equipaggiamento, cosi non è chiaro come si spenderanno i 66 miliardi a disposizione, ed in particolare la questione elmi sembra presentare strane situazioni. Le ditte che hanno presentato i prototipi a Norme Europee 443 sono sei, nel corso "delle difficili prove tecniche" quattro elmi non le hanno superate; forse i certificati erano falsi oppure le nostre prove sono state condotte con apparecchiature speciali?


2 Marzo 2001
Cn 20-c01 

VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO
 A QUANDO LA DEFINIZIONE DELLE DOTAZIONI?

 

Colleghi e compagni, dopo l’incontro del 23 febbraio u.s. con la divisione forniture, riteniamo di dover fare un punto della situazione, che presenta alcuni chiari e molti scuri.

Non possiamo che esprimere un discreto ottimismo su alcune scelte che si sono dimostrate tecnicamente valide, in particolare il completo antipioggia e il completo antifiamma; quest’ultimo con qualche perplessità sul confort nella stagione estiva e sulla difficoltà d’asciugatura della parte interna in presenza di forte sudorazione.

Come avevamo già suggerito nella riunione del febbraio 98; dopo il vano esperimento magliette e l’adozione delle camicie, non certo idonee al servizio di soccorso, il gruppo di lavoro sembra intenzionato ad adottare una polo, che come avevamo detto è di gran lunga la soluzione più comoda e pratica, ma deve essere fornita in quantità adeguata non meno di cinque capi.

Riteniamo inoltre auspicabile che una polo a maniche lunghe sia più adatta per la mezza stagione, da indossare sia con uniforme estiva che invernale, da fornire almeno in quattro capi.

L’adozione di una borsa a capacità variabile zainabile ci sembra una buon’idea che però va adeguatamente sperimentata sul campo, cioè in una vera emergenza e da parte del personale operativo.

Elmo da intervento ultimo ma più importante; non copricapo come qualcuno che di pompieri poco conosce l’ha definito, che per il Corpo può definirsi una chimera, considerando che se ne parlava nel 1986, ci pare abbia preso una brutta strada, la stessa delle tute a pezzo unico. La visita della RdB effettuata presso il Comando di Piacenza e la prova dei due elmi inviati, ha sollevato non poche perplessità, sui riscontri tecnici e soprattutto sull’immagine che ne verrebbe fuori del Corpo con l’adozione di una delle due soluzioni proposte, lasciateci dire abbiamo visto di meglio in un paese come il nostro noto per il design.

Nel corso della riunione con l’amministrazione, abbiamo rappresentato, una serie di questioni che riguardano aspetti relativi alle dotazioni e quantità. che sembrano molto lontane a venire, e quindi l’urgenza di determinare sia la quantità che i tempi d’uso, con un’apposita circolare così come già avvenuto nel 1992. Nonché la necessità di capire come s’intendono spendere i 66 miliardi a disposizione per il 2001.

Infatti, non si può parlare di soddisfazione sulle dotazioni senza stabilire i quantitativi, che è un parametro importante per i DPI, in quanto non ci pare che un solo paio di scarpe possa essere considerato soddisfacente, come una sola uniforme estiva, mentre i colleghi che ancora non hanno i completi antipioggia e antifiamma, non possono farci gridare alla risoluzione del problema vestiario ed equipaggiamento nel CNVVF.

Anche il vestiario d’altri settori come quello delle officine regionali, deve essere adeguato alle norme di sicurezza o quello degli specialisti nautici, o d’altri settori con specifiche necessità hanno bisogno di scelte definitive e razionali, come il vestiario per le donne, sempre più numerose, al pari dei problemi di taglie, di misure di scarpe e stivali e in genere d’ogni capo di vestiario ed equipaggiamento.

In attesa d’ulteriori notizie, di cui vi daremo sollecito riscontro, inviamo fraterni saluti.

p. il consiglio nazionale RdB

Walter Perin


Roma, 20 dicembre 2000

Prot. 73 a-04-c01-cv

 

Al Direttore Generale della P.C. e S.A.

Pref. Francesco BERARDINO

All’Ispettore Generale Capo

Ing. Alberto D’ERRICO

Al Dirigente Servizio Tecnico Centrale

Ing. Giorgio MAZZINI

Al Dirigente Divisione Forniture

Pref. Luigi SPAZIALI

 

Oggetto: dotazioni equipaggiamento e vestiario.

 

La scrivente O.S. in relazione alle numerose richieste verbali e alle sempre più frequenti segnalazioni del personale, in materia di dotazioni di vestiario ed equipaggiamento, con reclami per la scarsa dotazione e per sostituzioni che non avvengono anche dopo anni.

Constatato che non sono al momento definiti gli obiettivi per il completamento e la determinazione di quali dovrebbero essere le quantità finali in numero e tipo di capi, chiede un incontro urgente allo scopo di esaminare lo stato delle forniture, sia al personale sia degli approvigionamenti.

In particolare si chiede di discutere l’emissione d’apposita circolare che definisca numero dei capi e tempi di sostituzione, come già previsto nella ormai vetusta circolare n° 154929/AG4/B/3/18 del 18 luglio 1990, che certamente richiede una rivisitazione sia per il tempo trascorso sia per la tipologia del vestiario.

Sarebbe inoltre opportuno durante l’incontro conoscere lo stato di avanzamento della fornitura e dotazione del nuovo elmo da intervento; risulta alla scrivente che sono terminate le prove di laboratorio, con quattro campioni che hanno superato le prove tecniche, quindi si ritiene auspicabile conoscere in quali Comandi, per quanto tempo e quando s’intendono effettuare le prove pratiche da parte del personale, cosi da poter valutare una data presumibile di dotazione definitiva.

In attesa d’urgente riscontro inviamo cordiali saluti.

 

per il consiglio nazionale

Walter Perin

 


Data: venerdì 20 ottobre 2000 Oggetto: Fornitura nuovi elmi da intervento

L'Ispettore Capo D'ERRICO con nota del 18 ottobre 2000 ha risposto alla nostra richiesta di informazioni del 27 settembre prot.47-a04 riguardante gli elmi da intervento ecco la risposta: Si informa che, sugli elmi in valutazione, le prove di stabilizzazione e di pesata, sono state eseguite presso il Laboratorio di Scienza delle Costruzioni. Le prove di shock termico sono state eseguite per circa un terzo degli elmi presso il Laboratorio di Scienza delle Costruzioni mentre, al solo scopo di abbreviare i tempi di prova, si è fatto ricorso alla collaborazione di un laboratorio esterno per gli elmi restanti. Tutte le rimanenti sperimentazioni sono in corso di esecuzione, via via che viene completato il condizionamento termico, in massima parte, presso il Laboratorio di Scienza delle Costruzioni e per la parte restante presso i Laboratori di Chimica, Elettrotecnica ed Idraulica che dispongono delle idonee attrezzature. La scadenza presunta per l'ultimazione del lavoro da parte del C.S.E. è il 20.12.2000. 

F/to l'Ispettore Generale Capo Ing. Alberto D'ERRICO 

Commento: quindi per chi sperava di avere questo nuovo benedetto elmo deve ancora aspettare.


Roma 27 Settembre 2000

Prot 47-a04

 

All’Ispettore Generale Capo

Ing. Alberto D’Errico

Al Servizio Tecnico Centrale

Ing. Giorgio Mazzini

Oggetto: fornitura nuovi elmi da intervento

 

La scrivente RdB in merito alla fornitura dei nuovi elmi da intervento, constatata un notevole ritardo nelle procedure d’acquisizione, che da notizie pervenute sarebbero da attribuire a ritardi nelle prove tecniche sui prototipi consegnati già da qualche tempo dalle aziende partecipanti alla gara d’appalto.

Risulterebbe che i ritardi sarebbero causati da difficoltà del CSE nell’esecuzione delle relative prove, legate alla non idoneità o addirittura alla mancanza dei macchinari di prova.

Se quanto descritto corrisponde alla reale situazione, non possiamo che esprimere la nostra forte preoccupazione ed il più vivo dissenso, anche in relazione agli anni d’attesa per un DPI che sostituisca l’attuale dotazione che ci pare ormai obsoleta.

La necessità di un nuovo elmo è legata anche al recente incidente di San Marino e ai danni da ustione al viso d’alcuni lavoratori, che forse si potevano evitare con l’adozione del nuovo dispositivo.

La scrivente ritiene quindi indispensabile che le S.V. operino i necessari interventi al fine di consentire un rapido svolgimento dell’iter per arrivare nel breve tempo alla fornitura del dispositivo.

Nell’attesa di riscontro inviamo cordiali saluti.

per il consiglio nazionale

Walter Perin


Roma 4 Luglio 2000

cn 26

VESTIARIO, A CHE PUNTO SIAMO?

Colleghi,

la RdB nei giorni scorsi ha incontrato i responsabili della divisione forniture sottolineando alcuni problemi di ordine tecnico che il personale in questi mesi ci ha posto in evidenza.

Le questioni sollevate sono state le seguenti:

situazione ed organizzazione del magazzino centrale, dove la distribuzione dei materiali avviene in maniera disorganizzata, infatti il personale lamenta la mancata consegna dei materiali oppure consegne difformi da quanto previsto e quindi diversi ed inutili viaggi;

necessità da parte del personale di una dotazione maggiore di magliette verdi e non di camiciotti, questo a causa del completo antifiamma che provoca una abbondante sudorazione e la necessità di molti cambi;

è stato richiesto nuovamente l’emissione di apposita circolare in sostituzione della precedente Prot. 154929 del 18 luglio 1990 dove si definiscano quantità e qualità dell’equipaggiamento, nonché la durata minima dei vari capi;

è stato richiesto un elenco delle gare di appalto per capire quali sono le dotazioni previste e a quale stadio si trovino nella fornitura;

La divisione forniture ha elencato le difficoltà del magazzino centrale che a detta loro, scaturiscono dalla mancata ed errata compilazione delle schede del personale. A tal proposito sarebbe in corso l’applicazione di un sistema informatizzato al fine di risolvere il problema. La RdB ha fatto notare che esiste una macchina costata circa 170 milioni acquistata per il rilievo delle taglie del personale e ha chiesto come mai non viene utilizzata per ovviare a certi problemi visto che nel tempo possono cambiare le taglie?.

Abbiamo con determinazione contestato l’acquisto di ulteriori due camiciotti ritenendo che tre sia un numero sufficiente, sia pure rimarcando i dubbi della RdB sulla sicurezza del tessuto nonostante le prove a cui è stato sottoposto su nostra richiesta Prot. 644-e04 del 9-8-99. Mentre è stato sottolineata la grave carenza di magliette verdi che come già richiesto pare saranno modificate nella speranza di renderle più simili a T-shirt e non alla attuale forma di "mancata canottiera".

Ci è stato comunicato che tra pochi giorni inizierà la sperimentazione dei nuovi elmetti forniti dai partecipanti la gara di appalto, in numero di circa 35 da distribuire in tre comandi, uno piccolo, uno medio e un grande, in uso a tre squadre per comando. Terminata la fase di sperimentazione è prevista una prima fornitura di 4000 pezzi che consentirà, a detta della divisione, una messa a punto su più larga scala con eventuali modifiche per la fornitura definitiva.

Non entrando nel merito delle prove tecniche di laboratorio, abbiamo espresso perplessità sui pareri relativi al confort dell’elmetto in particolare su come saranno raccolti, memori della "compilazione a matita" delle schede di sperimentazione sulla tuta a pezzo unico e i disastrosi risultati ottenuti, nonostante la RdB avesse preannuciato il disastro in numerosi comunicati, ed avesse studi alla mano dimostrato l’errore della scelta. Abbiamo inoltre chiesto in relazione alla bonifica degli imenotteri ed in applicazione del DLgs.475/92, considerando il parere del servizio sanitario CNVVF sulla impossibilità di determinare quali lavoratori possano essere soggetti a schok anafillattico e quindi a morte, che vengano con urgenza adottate tute da intervento in categoria 3°.

L’incontro a nostro parere è stato interlocutorio, sia per la mancanza del settore tecnico che poteva chiarire alcuni aspetti fondamentali sui materiali, a cui al più presto chiederemo un incontro; sia perché attendiamo di conoscere gli obiettivi attraverso l’elenco delle gare d’appalto, rilevando quindi dagli impegni economici previsti quali intenzioni reali e non solo verbali vi sono per risolvere i problemi dell’equipaggiamento che vogliamo ricordare a tutti, anche a coloro che sostengono di essere gli unici ad occuparsi di vestiario, sono indicati nei verbali della ex-Commissione vestiario sottoscritti e irrisolti dal 1986, non certo dalla RdB che al tempo non era presente.

Proseguiremo con impegno il confronto sul tema dell’equipaggiamento e vestiario nella convinzione del diritto dei lavoratori del Corpo di avere in dotazione il miglior equipaggiamento possibile e come cittadini ad evitare gli sperperi che abbiamo registrato e continuiamo a rilevare ad esempio con l’uniforme di rappresentanza.

per il coordinamento nazionale

valter perin


Cagliari 10 luglio ’00

Al Direttore Generale della Protezione civile e dei Servizi Antincendio Roma

Pref. Francesco Berardino

 

All’Ispettore Generale Capo

Ing. Alberto D’Errico.

 

La scrivente O.S., sollecitata dalla struttura aziendale nonché dai lavoratori che operano al Centro Reg. le VV.F. Cagliari, esprime parole di durissima condanna e biasimo sulla condotta dell’Ispettorato Reg. le, protratta fino ad oggi nel risolvere le annose problematiche del vestiario.

Nonostante le ingenti somme di denaro finanziate in questi anni dal Sup. Ministero, vedi l’ultimo di 25.000.000 in data 27 / 11 /1997 per l’acquisto di indumenti da lavoro, riscontriamo ancora una volta, il totale disinteresse nonché la violazione sistematica degli accordi sia con la commissione vestiario sia con le OO.SS.

Esaminati, la grave situazione e lo sperpero dei soldi pubblici protratti in questi anni per l’acquisto degli indumenti e considerata la situazione dei lavoratori cui mancano gli indumenti estivi, nonostante la scrivente ripetutamente ne abbia segnalato la mancanza tramite la presentazione di una memoria scritta con nuove proposte, di cui si allega una copia unitamente ad una foto, mirata a capire quanto ci sia di poco chiaro ed incompetente nell’acquisto degli indumenti, a cominciare dalla scelta dei molteplici colori, al confezionamento delle peggiori sul mercato, ad alcuni capi con l’etichetta non fornita dalla ditta costruttrice, ma fornite dal rivenditore con semplice etichette adesive ed altre cucite a mano di cui si nota il capo manomesso, facciamo notare alla S.V. che è stata violata la più semplice regola della vendita degli indumenti regolati da definite normative vigenti.

Inoltre gli indumenti forniti attualmente non possono essere indossati durante il periodo estivo per il loro confezionamento invernale, di conseguenza tutto il personale indossa degli indumenti propri con tutto quello che ne deriva sotto il profilo della sicurezza e dell’immagine.

Si è accertato che, nonostante le numerose sollecitazioni da parte dell’O.S. R.d.B. circa il colore unico, l’etichetta e la qualità del vestiario, si è commesso lo stesso errore nell’acquisto dell’ultima fornitura che presenta colori variegati e una bassissima qualità dei tessuti.

Quindi, accertato che già in altre occasioni si sono ripetute gli stessi errori, riteniamo doveroso appoggiare le istanze dei lavoratori su un sentito problema quale quello del vestiario.

Pertanto la nostra O.S. raccogliendo la disponibilità della S.V. chiede un intervento presso l’Ispettorato Reg. le VV.F. Sardegna, mirato alla risoluzione in tempi brevi del problema sollevato.

In attesa di un urgente riscontro, informiamo la S.V. che in caso di una mancata risoluzione del problema sopra esposto, la scrivente si vedrebbe costretta a rivolgersi alle autorità di competenza non escludendo un esposto alla Corte dei Conti per individuare eventuali responsabilità: il tutto per tutelare gli interessi dei lavoratori e l’immagine del Corpo Nazionale.

Distinti saluti.

Coord. R.d.B. VV.F. Sardegna

Sandro Michittu


Roma 17 Marzo 2000

Prot. n° 14-c01-v

Al Direttore Generale P.C. e S.A.

Pref. Giulio Maninchedda

 

Alla Divisione Forniture

Dott. Luigi Spaziani

 

Al Coordinatore Gruppo di Lavoro

capitolati vestiario ed equipaggiamento

Ing. Giorgio Ripa

 

Oggetto: richiesta incontro

 

La scrivente organizzazione sindacale ritiene che sia trascorso un lungo periodo dall’ultimo incontro avuto con i responsabili in oggetto e, come già comunicato verbalmente al Rag. Verrigo, ritiene necessario valutare nel corso di una riunione lo stato delle forniture di materiale al personale.

Le recenti e prossime consegne di nuovo equipaggiamento per la scrivente sono oggetto di valutazione per chiarire la qualità e la quantità delle forniture che a detta del personale sono del tutto insufficienti e soprattutto, si ritiene di conoscere quali correttivi l’amministrazione pensa di apportare.

Un incontro chiarificatore è assolutamente necessario anche a seguito di una probabile sperimentazione del nuovo casco da intervento. Vista la delicatezza del tema, riteniamo opportuno ed indispensabile conoscere e valutare, come e dove si intenda compiere l’eventuale fase sperimentale di tale equipaggiamento, non fosse altro per gli anni di vana attesa del personale di un dispositivo di così rilevante importanza ai fini della tutela della incolumità del personale .

In attesa di riscontro inviamo cordiali saluti.

p. coordinamento nazionale

walter perin


ROMA 3 GIUGNO 1999

Comunicato 425

Nuovo modello per le camicie,

vecchio modello per gli acquisti.

Lavoratori,

eccoci alle prese con un nuovo modello di camicie, mentre noi abbiamo bisogno di vestiario per gli interventi di soccorso, si acquistano camicie per compiti istituzionali, un metodo che segue il vecchio e consolidato modello per gli acquisti dell?equipaggiamento. Tutti noi attendiamo uniformi estive per gli interventi di soccorso, perché l?unica che abbiamo in dotazione e ormai logorata da almeno due anni d?uso, ed invece veniamo forniti di camicie con tessuto 80% cotone e 20% in acrilico, che non si devono usare però nelle operazioni di soccorso. Ma se queste camicie non servono per le operazioni di soccorso, perché sono state acquistate? Forse dobbiamo sottolineare per l?ennesima volta che a noi mancano gli indumenti da intervento? Si proprio quelli che si usano per gli incendi nei boschi, negli scantinati, negli stabilimenti, nelle frane, nelle alluvioni o forse qualcuno lo ha scordato? Neppure la vergogna dell?inutile dotazione di un uniforme di rappresentanza fornita di sola giacca e pantaloni, ha impedito un nuovo sperpero di denaro, ma forse il Ministero ritiene di doverci dotare anche di un uniforme di rappresentanza per gli incendi, visto che si pensava all?acquisto di giubbetti rifrangenti? Si pensa magari a qualche parata nelle operazioni di soccorso?

Come sempre e per l?ennesima volta, la RdB aveva già fatto delle osservazioni nel merito delle camicie, con la nota Prot. N° 542-e04 del 20 maggio 1998 in cui avevamo dichiarato " rispetto allo specifico capo, la scelta di magliette anziché di camiciotti ci pare più appropriata perché più pratica e funzionale e forse con un costo inferiore." La RdB si domanda: ma coloro che operano le scelte, hanno idea di quale sia l?impiego di certi capi di vestiario? A noi pare proprio di no. A questo punto ci sembra legittimo pensare che la partecipazione di operativi nel gruppo di lavoro per i capitolati, non ha prodotto e nemmeno sta dando i risultati sperati.

La risposta a queste domande esiste, ed è quella che purtroppo la politica del risparmio a tutti costi prevale sulle scelte del vestiario di soccorso. Consideriamo ad esempio che avendo in organico circa 11200 qualificati, di cui almeno 5000 non operano più nelle squadre di intervento, con una parte di questi che vagano senza meta nei Comandi poiché sono stati costretti a scegliere un?altra sede per diventare capi reparto e capisquadra, senza che l?Amministrazione sia stata in grado di attribuirgli dei compiti specifici, appare evidente che questi colleghi possono utilizzare camicie per soli compiti di istituto. Quindi l?Amministrazione ha deciso un acquisto legato alla opportunità di accontentare alcuni e non alla necessità di molti di avere quanto previsto dal Dlgs. 626. Alla luce di quanto descritto ci chiediamo come i lavoratori possano ancora credere che in occasione della riforma del Corpo Nazionale rimanendo in un Ministero di questo tipo, possiamo avere dei benefici. Come non comprendiamo come si può dare ancora fiducia per la scelta di un comparto per i Vigili del Fuoco, a personaggi che hanno prodotto successi, per citarne qualcuno, come:

- tute a pezzo unico (diventata a due pezzi come aveva sostenuto la RdB, dopo aver buttato 15 miliardi);

- metodo aberrante nei passaggi di qualifica ( che ha penalizzato solo i lavoratori e non chi non ha bandito i concorsi per 16-18 anni);

- contratti di lavoro a perdere con l?accordo sul costo del lavoro luglio 92 e 93;

sindacalisti che non si sono presentati alle riunioni previste per la discussione sui lavori usuranti;

Davvero voi pensate che useranno la testa per dare una giusta collocazione ai lavoratori del Corpo nazionale?

Iscriviti alla RdB, l?unica scelta giusta che poi fare.


Cs 150-s09 Roma, 1 aprile 1999

COMUNICATO STAMPA

TRAGEDIA TUNNEL DEL MONTE BIANCO:

RISCHI ANCHE PER IL FREJUS ED IN TUTTE LE

GALLERIE DEL TERRITORIO ITALIANOGALLERIE DEL TERRITORIO ITALIANO.

    La RdB Protezione Civile Vigili del Fuoco, esprime il più profondo cordoglio per il collega francese deceduto nelle operazioni del rogo nel tunnel del Monte Bianco e ai familiari delle vittime rimaste coinvolto nell'incendio. La morte del collega francese dimostra quali siano i rischi del lavoro dei Vigili del Fuoco nella generalità degli interventi e soprattutto quando devono intervenire nelle gallerie.

In un comunicato dei Sapeur Pompiers francesi, venivano enunciati i pericoli e anche i dati dei 18 morti in servizio tra i colleghi francesi nel corso dell'anno 1998.

Le immagini dell'immane tragedia hanno dimostrato l'impegno profuso dai colleghi di Aosta e i rischi corsi nel tentativo di prestare i soccorsi, sia pure con mezzi che paragonati a quelli francesi vogliamo definire "inadeguati". Le notizie in nostro possesso, confermano che nel Comando di Aosta gli autorespiratori idonei che permettono una autonomia di quattro ore ce ne sono solo due. Per cui assolutamente insufficienti per affrontare un intervento in sicurezza.

Il personale del Distaccamento di Courmaieur che è intervenuto per primo ha utilizzato i normali auto respiratori con autonomia di circa mezz'ora, contro una dotazione di quattro autorespiratori a circuito chiuso della squadra francese di Chamonix. Come sempre accade dopo un fatto del genere divampano le polemiche poi tutto rimane come prima e per quanto concerne i Vigili del Fuoco italiani che dovranno intervenire in situazioni analoghe resteranno sempre senza autorespiratori a ciclo chiuso perché costano troppo.

Il governo e la nostra amministrazione non hanno mai investito soldi per dotare i Vigili del Fuoco di attrezzature idonee trascurando le più elementari norme di sicurezza escludendo il Corpo Nazionale dall'applicazione del dl 626 sulla sicurezza del lavoro, e contro qualsiasi logica di comune buonsenso, non considera l'attività dei vigili particolarmente usurante. La RdB ritiene che in tema di trafori sia stradali e ancor più quelli ferroviari, la sicurezza sia un elemento importante ma che solo pochi prestano la dovuta attenzione. In Italia ci sono numerose gallerie autostradali e ferroviarie sotto le quali transitano mezzi di tutti i tipi e sostanze pericolose di ogni genere.

I vigili del Fuoco denunciano la scarsa attenzione del governo e dell'amministrazione i quali non prendono in considerazione il fatto che se dovesse succedere un incidente rilevante in qualsiasi galleria andrebbero incontro alla morte certa per mancanza di auto respiratori a ciclo chiuso e altre attrezzature idonee per interventi di questo tipo.

a loro forse costa meno portare i fiori sulle bare.

p. Il Coordinamento nazionale

Lucio Molinari


cn 303-s09 Roma, 1 ottobre 1997

EQUIPAGGIAMENTO

ATTENZIONE

AD UTILIZZARE I GUANTI ISOLANTI

PER CORRENTE ELETTRICA

 

Colleghi,

Questo oltre ad essere un comunicato sindacale e’ un preciso invito a non utilizzare i guanti isolanti per correnti elettriche in dotazione sugli automezzi.

Da una verifica effettuata presso alcuni comandi e’ risultato che tali dispositivi sono pericolosi perché non collaudati dopo la scadenza semestrale come prescritto dalle ditte fornitrici, salvo alcuni casi di guanti conservati in buste sigillate con relativa scadenza in caricamento sugli eurofire più recenti.

Il rilievo effettuato ha indotto il comando di Torino al ritiro immediato di tutti i guanti in questione, dimostrando cosi la gravita’ di quanto abbiamo rilevato.

Non ci pare superfluo richiamare la vostra attenzione su una situazione, che mette a repentaglio l’incolumità di tutti gli operatori e dimostra ancora una volta il menefreghismo dei responsabili del Ministero, nella speranza che questo richiamo possa chiarire i dubbi a coloro che ritengono i dirigenti "dei padri" che seguono attentamente e hanno a cuore le sorti del personale.

Incapacità e incompetenza ci sembrano i dati che invece emergono in maniera inconfutabile, come un gran cinismo nei riguardi del personale; evidentemente i lauti compensi per le docenze nei corsi di formazione per il Corpo nazionale o nelle aziende in relazione alla 626, o i guadagni per la prevenzione, la vigilanza e la reperibilità non lasciano il tempo per seguire problemi cosi poco vicini ai loro reali interessi.

D’altro canto la Direzione generale e’ troppo impegnata nella definizione delle uniformi di rappresentanza, nel sanzionare illegittimamente il personale che ha partecipato agli scioperi indetti dalla RdB ad Agosto 95 e dagli incontri con quei sindacati che sono molto preoccupati dalla mancata nomina dell’Ispettore generale capo o dalla strumentalizzazione dell’inesistente comparto sicurezza; impegni troppo importanti per poter prestare attenzione ad alcuni vigili del fuoco che rischiano ignari una scarica elettrica anche da 20.000 volt, non vi pare ? ? ? ? ?

Rimane una amara considerazione sul fatto che vogliamo insegnare agli altri come operare per la sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione al DPR. 626, mentre non siamo attrezzati a farlo per noi stessi e questa ci pare davvero una vergogna per tutto il Corpo Nazionale.

Rimaniamo in attesa delle vostre segnalazioni sull’utilizzo dei guanti isolanti che potete inviare al fax 06 4870247, invitiamo tutti a dare la massima diffusione al presente comunicato ringraziando per la collaborazione.

p. il coordinamento nazionale

Valter Perin 


 

COMUNICATO STAMPA

VIGILI DEL FUOCO

EQUIPAGGIAMENTO PERICOLOSO

INCOLUMITÀ’ DEL PERSONALE E DEI CITTADINI A RISCHIO

A seguito d'alcuni episodi segnalati, e da diverse verifiche eseguite si è constatato che l’equipaggiamento costituto dai cuscini sollevatori ad aria compressa; dispositivi utilizzati in particolare in incidenti stradali, tranviari e ferroviari per divaricare lamiere, per sollevare vetture tranviarie o carrelli ferroviari, presentano in alcuni casi gravi problemi di sicurezza d’uso.

Infatti, si è accertato che il costruttore prescrive una serie di norme che il Ministero non osserva minimamente, ed anzi seguita anche dopo la nostra denuncia sulla pericolosità dei guanti isolanti per correnti elettriche a non fornire i manuali di manutenzione delle attrezzature.

Le norme DIN 7716 prescrivono le condizioni di stoccaggio di tali dispositivi che devono essere conservati al buio, in luogo asciutto, a temperatura costante e soprattutto devono essere sostituiti categoricamente ogni dieci anni, periodo dopo il quale il fornitore non garantisce la funzionalità.

Attualmente la situazione generale vede una quasi totale inosservanza di tali norme, quindi con una riduzione anche significativa del periodo di dieci anni per la scadenza, che mentre per i modelli della ditta Vetter è facilmente rilevabile dalla marcatura sui dispositivi, nelle forniture recenti tale marcatura non compare e quindi non è allo stato attuale possibile verificare la scadenza dei cuscini.

La RdB denuncia nuovamente l’estremo disinteresse nei riguardi della sicurezza del personale dei Vigili del Fuoco e il drammatico cinismo del Ministero dell’Interno nei riguardi della sicurezza dei cittadini, e alle conseguenze in caso di lacerazione di questi cuscini mentre si estrae un malcapitato finito tra le ruote di tram o di una vettura ferroviaria.

L’atteggiamento del Ministero dell’Interno e del Governo nei riguardi del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco è in ogni caso da considerare normale, viste le condizioni generali in cui si gestisce il terremoto in Umbria e Marche esattamente come nel Belice o in Friuli o in Irpinia, insomma nulla è cambiato a parte le chiacchiere e le promesse.

I fatti sono diversi, si prescrive ad esempio quali siano gli equipaggiamenti richiesti per il personale che deve recarsi in zona d'operazioni ma si dimentica di non averli mai forniti agli operatori, come le unità abitative della Protezione Civile dimenticate a Cremona e poi inutilmente trasferite ad Ancona; oppure s'invia ai comandi provinciali nuovo personale con il vestiario estivo, ora che al nord d’Italia la temperatura è ben al disotto dello zero gradi, quindi impedendo, di fatto, l’utilizzo degli operatori in una situazione di carenza organica già drammatica, che costringe persino l'invio al terremoto di personale che ancora non ha completato il periodo d'istruzione.

La RdB Protezione Civile di fronte a fatti cosi drammatici valuterà le iniziative che riterrà più opportune atte a tutelare l’incolumità di cittadini ed operatori.

 

Torino lì 13 Novembre 1997