Modifiche al testo siglato del CCNL…

…breve storia di una "vittoria" in perdita.

 

Lavoratori,

non solo ci è stato imposto di modificare l’accordo già sottoscritto del nuovo CCNL lo scorso dicembre da Cgil, Cisl e Uil e a gennaio da noi dopo la consultazione dei lavoratori, ma c’è addirittura chi canta vittoria. Allora ci sentiamo obbligati a spiegare per bene quello che è successo.

E’ opportuno ricordare che l’accordo, tutt’altro che soddisfacente come contenuti, anche se un tantino migliore di molti altri contratti del Pubblico Impiego, è stato faticosamente raggiunto dopo 12 mesi di estenuante trattativa e con due anni di ritardo dalla scadenza del precedente contratto. Stando alle norme vigenti entro un paio di mesi dalla firma si sarebbe dovuto procedere alla stipulazione dopo i controlli previsti. Di mesi invece ne sono passati quattro per comunicarci che l’accordo non andava bene e bisognava apportare delle modifiche al nuovo sistema classificatorio.

C’è un altro episodio che non deve sfuggire: la nostra organizzazione sindacale aveva proclamato uno sciopero nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco per il 30 marzo, perché il Ministro Bianco si è reso latitante rispetto alle nostre richieste di chiarimento e di confronto; indipendentemente da ciò l’Aran aveva convocato per il 29 marzo le organizzazioni sindacali rappresentative nel comparto Aziende alle quali doveva comunicare la decisione del governo sull’accordo contrattuale firmato e proporre alcune modifiche.

Il 28 marzo invece l’Aran ha comunicato che per improrogabili sopraggiunti impegni della stessa Aran, la convocazione del 29 marzo è rinviata a data da destinarsi. Con nota successiva, dopo lo sciopero del 30, ha riconvocato l’incontro per il 5 aprile, stranamente, proprio il giorno precedente allo sciopero indetto da Cisl e Uil. Che non c’era nulla di strano ce l’ha svelato il quotidiano confindustriale "Il sole 24 ore" con un articolo titolato: "Giovedì fermi i vigili del fuoco, l’Aran cerca l'intesa in extremis". Cioè Il sole 24 ore già sapeva cosa sarebbe avvenuto il giorno dopo e sapeva anche che l’Aran non è abilitata a esperire tentativi di conciliazione, tant’è che la nostra lettera di precisazione e di protesta non è stata pubblicata.

In un clima tutt’altro che sereno, per via di questi fatti, la mattina del 5 aprile, con qualche ora di ritardo rispetto all’orario previsto, l’Aran ha comunicato ufficialmente alle organizzazioni sindacali riunite a tavolo unico che il governo non aveva approvato alcune parti dell’accordo già sottoscritto perché in contrasto con alcuni articoli della legge finanziaria per l'anno 2000.

Si tenga presente che tale legge è entrata in vigore dopo la firma dell’accordo. In ogni caso il governo non ha tenuto conto che il nuovo contratto sarebbe dovuto decorrere dal 1 gennaio 1998.

Ovviamente, con quest’intervento, il governo non intendeva fare una regalia ai lavoratori del comparto, ma apportare un ulteriore taglio ai già magri e tardivi benefici contrattuali. Ha preteso, in sostanza, di modificare l’accordo nelle parti in cui era stato stabilito che gli avanzamenti economici all’interno d’ogni area fossero finanziati dalle amministrazioni. Per aderire alla pretesa del governo l’Aran ha proposto di finanziare la progressione economica con le risorse del fondo unico d’amministrazione. Solo i passaggi a capo squadra e capo reparto dei vigili del fuoco restano a carico dell’amministrazione nella misura determinata dall’amministrazione stessa. Eventuali passaggi eccedenti tale limite saranno anch'essi a carico del fondo unico.

Ovviamente la proposta dell’Aran così nuda e cruda era inaccettabile per chiunque. Quindi, com'era prevedibile, sono stati adottati gli opportuni provvedimenti per indorare la pillola: com’è avvenuto già per gli statali, il governo "magnanimo" ha concesso all’Aran di proporre l’integrazione del fondo unico di amministrazione con i risparmi della retribuzione individuale di anzianità del personale andato in pensione nell’anno 1999.

In merito è bene riflettere su alcuni aspetti:

  1. l’integrazione del fondo è comunque inferiore alla cifra che le amministrazioni avrebbero dovuto spendere per la progressione economica;
  2. questo meccanismo comporta una progressiva riduzione delle risorse perché la RIA è congelata, il personale che va in pensione è sempre meno numeroso, i nuovi assunti non percepiscono affatto la RIA;
  3. le progressioni economiche dovrebbero corrispondere alla copertura di posti e qualifiche necessari per assolvere alle funzioni dell’amministrazione, la spesa quindi dovrebbe essere a carico dell’amministrazione e non del fondo unico;
  4. nel caso del Corpo nazionale vigili del fuoco la RIA di tutte le aree andrà a finanziare i passaggi di qualifica solo dell’area A e dell’area C dove, secondo l’Aran, i tecnici sono in esubero; questo innescherà divisioni corporative e la guerra tra poveri.

Per condire il tutto la mattina del 5 aprile l’Aran ha calcolato che le integrazioni sarebbero consistite complessivamente in 7-800 milioni nel 1999 per tutto il comparto; nel pomeriggio, dopo una frettolosa riconvocazione, l'Aran ha tirato fuori circa un miliardo in più, sempre per il 1999, solo per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e molte promesse per il 2000. Questo ha convinto gli altri sindacati ad accettare l’imposizione del governo, fatto che avrà un peso e un costo a carico dei lavoratori in questo contratto.

Le cifre rideterminate non sono indicate nel testo dell'accordo, eppure le altre organizzazioni sindacali hanno firmato e hanno revocato tutte le iniziative di lotta proclamate.

La proposta dell'Aran non ha convinto noi della RdB che però, in assenza di massicce iniziative di mobilitazione contro l’accordo, saremo costretti a firmare sempre per essere poi ammessi alle trattative del contratto integrativo di settore dove si deciderà la ripartizione del fondo unico.

Chi canta vittoria vuole far credere ai lavoratori quello che non è. Tutta la questione, se collegata alle manovre antecedenti la trattativa, compresi gli spostamenti accurati della data della riunione in rapporto alle date degli scioperi, assume aspetti preoccupanti per i lavoratori.

Roma, 10 aprile 2000

p. Il Coordinamento nazionale

Enrico La Pietra